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Il disco comincia con un campionamento galeotto di "The great gig in the sky" dei Floyd e già questo fa capire verso che direzione andrà tutto il resto dell'album. Le tracce dalla numero 2 alla 7, benché di lunga durata, si basano su riff molto orecchiabili e poco articolati, nonché ripetitivi. Inoltre la voce è cantilenante e sfocia spesso in un banale giro di blues... Fin qui il giudizio potrebbe essere soltanto negativo, però nella suite finale che dà il nome al disco c'è una gustosa sorpresa: i toni ripetitivi spariscono e lasciano il posto a una liquidità musicale che ricorda molto "Echoes" (ancora dei Floyd!) ma che va anche oltre. Infatti cominciano i cambi di tempo e la musica comincia a volare lontano, oltre i limiti della fantasia; e tutto questo per oltre 20 minuti! Purtroppo ciò che non cambia per tutta la durata del disco (che è di 70 e passa minuti) è la qualità non eccelsa della registrazione: la voce è distorta e non si riesce a capire se questo è voluto oppure no, la batteria fa gracchiare le casse del mio stereo in alcuni passaggi. No, decisamente la produzione di questo disco non mi ha soddisfatto. E inoltre non bastano 20 minuti di buone idee per fare di un disco di un'ora e dieci un ottimo lavoro; rimandati a settembre.
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