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Decisamente convincente questa seconda prova dei bolognesi Sithonia che hanno orientato il loro sound verso lidi certamente più felici rispetto al precedente "Lungo il sentiero di pietra" che, devo dire in tutta onestà, non mi aveva proprio convinto (al solito: de gustibus…). Trovo infatti la composizione arricchita nello spessore, assumere cadenze a metà strada tra il pop italiano degli anni '70 ed alcune idee del prog classico inglese dello stesso periodo. Se dovessi fare qualche paragone ascoltando il lungo (più di 20') ed elaborato pezzo iniziale "La recita del silenzio", potrei sicuramente citare band quali Le Orme o il Banco, soprattutto per quell'atteggiamento teatrale che caratterizza questa nuova veste sonora dei Sithonia. Forse, a tratti, emerge qualche leggerezza o qualche prolissità che, nel complesso però, non stonano più di tanto. Veramente particolare è la seconda traccia "Pannolino", che alterna ad un prog vagamente crimsoniano, un riff da Elio e Le Storie Tese ed in cui mi sembra di ravvisare una grossa nota di ironia nei confronti dell'odierna società. Bellissimo lo strumentale "Spettacolo annullato", mentre in "Canto notturno della stella" la band crea una melodia tipicamente da prog italiano. Chiudono il lavoro "Racconto di una sosta imprevista" e "La danza del gatto sul tetto", brani che evidenziano quell'incedere un po' crepuscolare che caratterizza gran parte del lavoro. Il mio immancabile consiglio è di non perderlo, soprattutto per riscoprire un sound che le odierne tentazioni marillioniane ci hanno in parte fatto dimenticare.
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