|
Nati come “Sintesi Quartet” e modificato successivamente il nome nel più prog “Sintesi Del Viaggio Di Es”, il progetto vede tra le sue file tre ex-Sithonia (band seminale del prog italiano degli anni ottanta) e cioè Marco Giovannini (voce e recentemente coinvolto negli ottimi Méséglise), Valerio Roda (basso ed autore di quasi tutte le musiche e testi de “Il sole alle spalle”) e Sauro Musi (chitarre). A loro si sono aggiunti il batterista Nicola Alberghini, Eleonora Montenegro (flauto e tin whistle) e Maurizio Pezzoli alle tastiere. Otto brani e otto storie del più tipico progressive italiano: testi “importanti”, melodia, brani sinfonici ed incursioni acustiche. Il tutto in un piacevole formato canzone, eccezion fatta per la suite che chiude l’album. Non sappiamo se i Sithonia ritorneranno a produrre musica, se così non fosse i “Sintesi Del Viaggio Di Es” possono tranquillamente essere considerati la loro naturale evoluzione, non solo per la presenza dei tre ex. Banco, Premiata e i nomi storici del pop italiano dei seventies sono le chiavi di lettura dell’album anche se la notevole esperienza di Roda, Giovannini e soci non possono che far emergere la personalità propria del gruppo. Le tematiche affrontate dall’album sono tratte da esperienze personali o comunque vissute da vicino dall’autore Valerio Roda. In particolare ci hanno colpito “L’altra parte buia” ed “Il patto non scritto”, due brani quasi gemelli nell’approfondire, come dice lo stesso Roda, la seduzione del male che spesso ci porta a compiere azioni non volute o a ricadere ostaggi di vizi che portano alla distruzione dell’Io. La stessa title track affronta tematiche complesse come l’incomprensione tra le persone che per non fare un passo verso l’altro, rischiano di compromettere definitivamente un rapporto anche se, nello specifico brano, l’incomprensione è poi superata. Non è da meno l’aspetto puramente musicale, sempre di grande qualità, sin dall’iniziale “Segnali” in cui le due (e più) anime della band, quella acustica e quella elettrica, convivono in modo convincente, come valida è anche la prova vocale di Giovannini. “Griffata” dalle tastiere di Pezzoli e con un bel “solo” dell’elettrica di Musi, la “cantautoriale” “Sabbia (tra le mani)”, altro brano di gran classe. Con “Altra idea” iniziamo ad apprezzare il flauto di Eleonora Montenegro, all’interno di un brano apparentemente essenziale, ma comunque ricco di sfumature raffinate. E’ proprio l’aggettivo “raffinato” che meglio ci pare descrivere l’anima de “Il sole alle spalle”: un sottile fil rouge che lega, quasi si trattasse di un concept, tutte le composizioni. Notevole anche “L’altra parte buia”: inizio soft, crescendo vocale e strumentale, un pregevole intervento di Musi e poi un scivolare dolce nel finale con voce, chitarra acustica e flauto. Più “cattiva” “Il patto non scritto”, in cui non manca il consueto sprazzo acustico nonché qualche squarcio sinfonico. Le suggestioni offerte dalla chitarra acustica e dal flauto sono le linee guida della splendida “L’illusione”, una sorta di “Dove… quando” della band. La suite-title track non delude le aspettative con i consueti scambi elettro-acustici e con il flauto a fare da collante del tutto. Un album davvero speciale, “Il sole alle spalle”, mai banale, coinvolgente e “intimamente” italiano. Da avere.
|