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Giunge al suo terzo capitolo l'avventura dei Satellite, gruppo che ha raccolto l'eredità musicale dei Collage, o che, per meglio dire, rappresenta quasi una replica della band di origine di cui conserva batteria, tastiere e voce. Il rinnovo del bassista rispetto a quello che suonava nel precedente lavoro non porta nessuna differenza sostanziale e lo spirito del gruppo rimane quello di "Moonshine", al quale ancora una volta nostalgicamente i Satellite tendono, anche attraverso la scelta del titolo e della copertina, che ci portano all'incantevole e misterioso mondo della notte, celebrato nella sua veste più sentimentale e misteriosa, con gli occhi di chi fa sogni romantici. In particolare le prime due tracce, la seconda delle quali (una suite in tre parti) raggiunge i tredici minuti di durata, sono quelle che stilisticamente e qualitativamente si allineano meglio con i due dischi precedenti. Ritroviamo la voce languida di Amirian, melodie sognanti e stratificate dipinte da tastiere romantiche, dai suoni sofisticati, un'atmosfera quasi surreale ed ovattata, che sembra avvolgere totalmente l'ascoltatore, e tutti i classici riferimenti ai soliti Marillion di Fish. A partire dalla terza traccia qualcosa cambia: la ricetta è sempre la stessa ma gli arrangiamenti appaiono più semplificati e si assiste ad un graduale crollo che passa per gli anonimi due minuti di intermezzo di "Lights", prosegue in discesa con "Heaven Can Wait", dai suoni potenti esaltati dalla chitarra elettrica, ma forse un po' troppo caotica e raffazzonata, piombando a picco con la traccia di chiusura, "Forgiven And Forgotten", semplice, ammiccante e dagli inconsistenti contorni pop. A volte si ha la percezione che quelle proposte siano delle versioni demo che possano fornire la base di lavoro per un ulteriore sviluppo dei pezzi, altre volte si raggiungono semplicemente risultati banali, come in "Don't Walk Away in Silence", con il suo ritornello stentato e melodie che non decollano affatto, e che sembrano una insipida imitazione delle romantiche ma eleganti produzioni dei Collage. In sostanza si ha quasi l'impressione che si tratti di un album buttato lì, con alcune idee ben messe a fuoco ed altre ancora da sgrezzare, inserite quasi a forza… e non vorrei che questo sia il sintomo di qualche problema all'interno del gruppo. Concludendo avrete sicuramente capito che l'album è in calando, sia per quanto riguarda il suo contenuto, sia per quanto riguarda la sua collocazione nell'ambito della discografia dei Collage/Satellite; questo non toglie che nel complesso si tratta di un'opera che conserva una sua gradevolezza. Se amate i Collage fateci un pensiero ma se non conoscete questa band optate semplicemente per l'album che da un po' di tempo a questa parte i Satellite tentano di replicare: "Moonshine".
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