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Con il loro secondo album, rimasterizzato dalla Metal Mind, i Collage si aprono al mercato internazionale. Il gruppo sceglie di esprimersi in lingua anglosassone, rendendo i propri pezzi più accessibili ed allo stesso tempo riesce a costruirsi una propria identità sonora. I Marillion restano il principale gruppo di riferimento, anche se l’emulazione avviene questa volta in maniera più distaccata rispetto al debutto. La musica è romantica e notturna, vagamente malinconica e carezzevole. Le atmosfere poggiano su linee di tastiere dilatate, avvolgenti e di grande sentimento che comunque non si allontanano mai dal loro ruolo di graziosa cornice. La voce di Robert Amirian è come un sussurro che si scioglie nel profondo della notte, mentre le note scivolano via con morbidezza, creando nella mente dell’ascoltatore suggestioni di languida nostalgia. I testi sono delicati e poetici ed hanno come comune denominatore la notte, parola che non a caso ricorre in tutte le liriche dell’album. La struttura delle canzoni, che si susseguono senza soluzione di continuità e senza lasciare spazio ad esibizionismi o trovate virtuosistiche, è semplice e di buon gusto. La bellezza dell’album, che a mio giudizio rappresenta l’apice della musica dei Collage, risiede soprattutto nelle atmosfere ricche di fascino che il gruppo riesce a creare. L’edizione della Metal Mind è completata da una bonus track inedita, tratta dalle session di registrazione di Moonshine (che comunque non aggiunge nulla ad un album di per sé completo) e da due filmati registrati in Olanda riguardanti la performance dal vivo di “The Blues” e “Wings in the Night”.
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