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Il secondo movimento del ciclo “4 Elementi 5” rappresenta per i Runaway Totem qualcosa di molto speciale, il ritorno al basso elettrico di Giuseppe Buttiglione, fondatore storico del gruppo nonché bassista nel loro esordio “Trimegisto”... Trascorsi più di dieci anni dalla sua fuoriuscita e terminata anche l'esperienza negli Universal Totem Orchestra (il cui ultimo disco “The Magus” non si inserisce a mio parere fra le migliori uscite del 2008), Buttiglione ritorna così fra le fila dei vecchi amici per dare man forte alla sezione ritmica con il suo basso “tellurico”. Al canto troviamo invece la voce di Moria Dusatti insieme ad una serie di graditi ospiti: Anna Boschi al flauto, Nadia Bortolamedi al clarinetto e Mirko Pedrotti al vibrafono. Il suono dei Runaway Totem si è dunque arricchito di elementi musicali che spingono le visioni cosmiche di Roberto Gottardi e Germano Morghen ulteriormente verso territori jazz che erano già stati accennati nel loro precedente album “Esameron”... La presenza di Giuseppe “Dauno” Buttiglione sembra comunque aver rinvigorito anche la componente prettamente dark dei Runaway Totem, l'iniziale suite “Alle Sorgenti di Kronos” si candida infatti come una delle composizioni più oscure e tenebrose mai scritte dai R.T. nonché una delle più teatrali: attraverso l'implacabile incedere ritmico scandito da un lento e minaccioso orologio, Cahal De Betel ci fa da anfitrione per portarci dinanzi al “bambino portentoso”, Manu Menes, l'Intelligenza Cosmica, volontà divina ed immagine riflessa del “principio supremo” di tutte le cose, nonché prototipo dell'essere umano. In certi attimi “Alle Sorgenti del Tempio” sembra quasi echeggiare l'allucinata e macabra teatralità di “Trimegisto, anche se ora la musica dei R.T. è decisamente meno anarchica che in passato, più austera e marziale (e direi ancora più “magmatica”); Manu Menes in effetti guarda indietro nel tempo e si confronta con il passato... per guardare verso il futuro. “Aevum” e “Phi-Ur” sono le altre due suites che completano l'opera e riflettono bene lo stile degli ultimi Runaway Totem, Manu Menes come logico proseguimento di "Esameron". In particolare ho apprezzato “Phi-Ur”, ventisei minuti decisamente bizzarri ed evocativi in cui diventa piuttosto rilevante la presenza del vibrafono di Mirko Pedrotti: stemperate le atmosfere opprimenti di “Alle Sorgenti di Kronos”, la suite che conclude “Manu Menes” è probabilmente la composizione più vicina al jazz che sia stata composta dai Runaway Totem, di conseguenza il baricentro si sposta sensibilmente verso lo zeuhl... A questo punto, perchè no, troverei assai intrigante l'ingresso di una completa sezione di fiati per concludere degnamente il ciclo di “4 Elementi 5”...
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