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Quasi un ritorno a casa per i Runaway Totem: a distanza di oltre vent'anni dalla pubblicazione di "Zed", Roberto Gottardi/Cahal De Betel si riavvicina alla Black Widow Records con un nuovo disco realizzato in collaborazione con Raffaello Regoli per un lavoro decisamente particolare che suona piuttosto distante dai monolitici assalti space rock/zeuhl degli esordi: "Multiversal Matter" prosegue un discorso più introspettivo iniziato con la fusion rituale di "Affreschi e Meditazione", disco uscito per la Lizard nel 2012, successivamente approfondito con la parentesi teatrale di "La Traccia". Il ritorno alla Black Widow comporta coerentemente anche un ritorno a sonorità e contenuti leggermente più oscuri, il misticismo esoterico e spaziale viene filtrato dal ricordo dei Grandi Antichi e di una cosmogonia inquietante ed orrorifica: non mancano infatti citazioni più o meno velate di Lovecraft ed altri richiami alla cultura fantasy/sci-fi in un marasma culturale occulto-fantascentifico suggestivo ed inquietante, in linea con la passata discografia dei Runaway Totem. Di fatto i Runaway Totem sono oggi un duo formato da Roberto Gottardi, tastiere e chitarre (comprese liuterie elettroniche varie) ed il cantante Raffaello Regoli, storico seguace di Demetrio Stratos. "Multiversal Matter" come da tradizione nei Runaway Totem non lesina in contenuti e nei sei capitoli, dalla più breve sperimetazione di "Le Scale Oscure", con sonorità quasi reminescenti dello Zappa al synclavier, ai quasi trenta minuti nell'evocazione spaziale di "Dark Matter", il disco prende la strana forma di un space-psych prog folk rock dalle traiettorie musicali deliranti ed imprevedibili, con ancora percepibile un retaggio magmatico sparso tra i brani, specialmente in alcune parti corali e direzioni musicali orchestrali quanto oblique, ed un approccio vocale di Regoli bene impostato sulla scia degli insegnamenti di Stratos, il che rende l'ascolto se possibile ancora più disorientante. Lo stile chitarristico di Gottardi ha mantenuto nel tempo una propria identità; se possibile qui gli arpeggi elettronici sono ancora più liquidi e psichedelici, con buon gusto dell'improvvisazione ed un naturale e libero approccio alla chitarra che, lontano dal virtuosismo, permette al Gottardi di esprimere pienamente il proprio pensiero artistico e concettuale. Senza il timore di incorrere in errori ed ingenuità, Runaway Totem segue una strada tutta particolare che talvolta sembra rasentare la musica sacra nella tetra "Korath Matter", mentre in un brano come "Deorum Matter", dalle tonalità quasi freak folk, individua in Claudio Rocchi una fonte di ispirazione; in "Universo Di Sfere" ci troviamo nell'ambient music tribale sulla scia di Steve Roach, con un'altra interessante coda strumentale di folk psichedelico. Registrato nella intonazione a 432 Hz, seppure sono dell'opinione che tali scelte possano rendere al meglio tramite un più naturale supporto analogico, la qualità del suono è soddisfacentente narcotizzante e dilatata per conferire alla musica una atmosfera misticheggiante ed "aliena" molto peculiare ed affascinante... Come sempre molto buona la prestazione vocale di Regoli, versatile nell'alternare vocals operistiche magmatiche a più stravagati improvvisazioni che riprendono nel loro piccolo, esplicitamente, gli insegnamenti di Demetrio Stratos, in un contesto musicale e concettuale comunque ben diverso da quello degli Area... Misticismo, occultismo ed un immaginario fantastico che prende dalla fantascienza quanto dall'horror cosmico metafisico, in bilico tra visioni celestiali ed infernali, Runaway Totem/Roberto Gottardi regge bene il trascorrere del tempo, senza cedimenti, intento a proseguire una saga musicale iniziata nel lontano 1993, offrendoci sempre qualcosa di molto interessante da ascoltare, attraversando strade impervie ancora oggi raramente esplorate nel panorama progressive rock italiano...
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