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Sono trascorsi vent’anni da “Trimegisto”, fulminante album d’esordio dei Runaway Totem intriso di umori esoterici ed arcani, un oggetto misterioso ed unico che ancora oggi è difficile da decifrare... Sotto la guida del chitarrista, cantante e fondatore Roberto Gottardi, i Runaway Totem hanno attraversato diverse fasi della loro esistenza in cui hanno sviluppato una loro precisa identità che si è consolidata su una fusione alchemica di linguaggi musicali che uniscono il magmatico monolitico verbo zeuhl alle dilatazioni cosmiche dello space rock, con una solida base di (hard)progressive sinfonico, attraverso i quali sono affrontate impegnative tematiche di stampo esoterico-mistico. Dopo aver optato per una più libera autogestione produttiva, i Runaway Totem hanno infine trovato supporto presso la Lizard Records, con cui hanno realizzato “Le Roi du Monde”, imponente chiusura dell’epico trittico “4Elementi5” nonché uno dei loro lavori più soddisfacenti e ricchi dal punto di vista sonoro. Il tempo sembra così avere mitigato sensibilmente le sfaccettature più tenebrose della musica dei Runaway Totem e come conferma di un’acquisita serenità arriva “Affreschi E Meditazione”, opera di una luminosità piuttosto inconsueta... Il nucleo principale rimane pressoché lo stesso: Roberto Gottardi, Giuseppe Buttiglione e Morghen Germano, con la gradita novità della voce di Raffaello Regoli. E’ però cambiata la prospettiva della musica, ispirata al misticismo induista con una serie di composizioni-improvvisazioni incentrate sulle vorticose musicalità dei raga indiani. L’immane imponenza che ha sempre caratterizzato le ambiziose sculture sonore dei Runaway Totem non manca neanche in quest’ultimo disco, anche se brani come “TaT (L’Albero Cosmico)” o “Stupa (La Mente Risvegliata)” sono immersi in una ritualità scevra dell’oscurità che spesso ha contraddistinto il repertorio dei precedenti dischi: le sonorità di “Affreschi e Meditazione” si avvicinano decisamente ad una morbida e suggestiva musica elettronica, la chitarra di Gottardi non è mai stata così liquida e pulita nei suoni e negli assoli, quasi del tutto privi delle passate e un po’ folli asperità. Il nuovo corso dei Runaway Totem passa così attraverso un deciso ripensamento del suono e della composizione, il gusto ritrovato per l’improvvisazione avvicina il gruppo anche ad un strana forma di jazz rock rituale, vagamente affine alla Third Ear Band, in cui si evidenziano i ruoli fondamentali del basso freetless di Giuseppe Buttiglione e delle percussioni tribali di Morghen. Mai come ora il suono dei Runaway Totem si è così rarefatto, quello che è stato perso in oscurità è stato guadagnato in raffinatezza... “Affreschi E Meditazione”, primo passo d’apertura del ciclo “Spiragli Dall’Infinito”, sancisce così per i Runaway Totem una nuova luminosa via da intraprendere... Ora sta a noi decidere se accompagnarli in questo nuovo mistico e affascinante viaggio!
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