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Un disco dalla confezione un po’ dimessa a volte può riservare sorprese interessanti, proprio come questo “Murk”, lavoro solista di Andy Tillison (a nome Andy Tillison Diskdrive) che prosegue, dopo un precedente album intitolato “Fog”, l’esplorazione del tastierista nei territori della musica elettronica. Scarno nella presentazione (ma assolutamente decoroso), con una grafica spartana e un supporto che pare proprio un CDR, “Murk” è un album molto interessante, frutto dell’ammirazione di Tillison per vari artisti suoi ispiratori, tutti indicati nel libretto (tra gli altri, Tangerine Dream, Brian Eno, Klaus Schulze e Stomu Yamashta ma anche moderni esploratori delle sonorità elettroniche come The Future Sound of London, Radio Massacre International e Redshift, oltre a personaggi di più ampio respiro musicale come Miroslav Vitous, John Abercrombie e John Martyn). Sviluppato in quattro lunghi brani strumentali (tre principali più una bonus-track), “Murk” è un album di musica elettronica nel senso più vasto del termine, contaminata e aperta ad altri generi ed influenzata anche da artisti non presenti nell’elenco indicato da Tillison. L’impronta di base della Berlin School è evidente, con le lunghe corse sui binari dei sequencer, i sibili spaziali ed il ribollire dei sintetizzatori, il tutto accompagnato da una batteria elettronica incalzante. “Axis bold as fish” dà inizialmente la sensazione di trovarsi su un treno in corsa, per poi rallentare in una lattiginosa atmosfera ambient, proseguire con un intermezzo jazzato canterburiano, una sezione da viaggio psichedelico floydiano (periodo “Wish you were here”) e terminare infine con un pianoforte minimale in stile nuovamente ambient. “Energize” è un bel brano che non avrebbe sfigurato nel repertorio dei Tangent (complici anche le parti di chitarra di Luke Machine, ultimo acquisto alla sei corde del gruppo), in un mix tra lo spiccato suono canterburiano e un’elettronica leggera e discreta, con parti di Hammond, flauti e frenetiche sezioni di chitarra solista. Ancora suoni rarefatti all’inizio di “Mysterious swamp”, che si apre quasi subito con un trip in cui lo spirito degli Ozric Tentacles aleggia pesantemente, complice il basso pulsante ed una batteria che abbatte a testa bassa ogni ostacolo. Ma non passa molto tempo prima che l’organo Hammond introduca al solita sezione jazzata, che si trascina senza troppi sconvolgimenti verso l’adrenalinico finale. La bonus track conclusiva, registrata qualche anno fa, non si discosta troppo dai suoni presenti nell’album, denotando un più evidente andamento in stile “space” e riprendendo atmosfere care ai Pink Floyd del periodo di passaggio tra gli anni ’60 e ’70. “Murk” in definitiva è una piccola sorpresa, considerando anche che attualmente può essere acquistato solo in aggiunta all’ultimo album dei Tangent. Sembra quasi che Tillison lo consideri più che altro un lavoro secondario rispetto a quelli realizzati col suo gruppo principale. Forse è così, o forse mi sbaglio, ma in fondo l’importante è il risultato finale, decisamente meritevole.
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