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Mi è sempre piaciuto osservare i musicisti suonare, vedere la tensione nell’espressione dei volti o la rilassatezza di chi conosce il proprio strumento alla perfezione, la concentrazione, la foga e l’eccitazione durante un assolo o un passaggio ispirato, il sudore che cola e le dita che scivolano nervosamente tra i tasti o le corde. “Going off on two” sembra fatto apposta per soddisfare questa fissazione ma lo fa con classe, evitando di dare corda ai maniaci del voyeurismo spinto, quelli che vanno ai concerti per concentrarsi sul musicista di turno sperando di coglierne le imperfezioni e gli errori per poi dare di gomito all’amico perplesso di fianco urlandogli trionfante nell’orecchio frasi come “Hai sentito? Ha sbagliato! Ha fatto una stecca!”. Nato come progetto co-finanziato dai fan e pubblicato indipendentemente, questo DVD attua molto bene il suo scopo; realizzato alla perfezione, curato nei dettagli e nella presentazione, permette di vedere i Tangent suonare in modo spontaneo e naturale, senza la presenza del pubblico, alla maniera dei vecchi concerti dell’Old Grey Whistle Test. Si tratta, in definitiva, di una sorta di live in studio, realizzato però selezionando le take migliori e montando il tutto in modo da conferire un blando aspetto cinematografico al risultato finale, complice l’inserimento di alcune immagini estranee alla performance (paesaggi naturali e urbani, immagini generate al computer, tutti momenti a dir la verità molto brevi rispetto alla durata complessiva della performance). Lo stile della regia privilegia però l’aspetto intimo delle esecuzioni, con i musicisti ripresi molto da vicino, così che è possibile vederli mentre cambiano le patch del synth, mentre azionano gli effetti a pedale, mentre si scambiano sguardi d’intesa o segnali per i cambi di tempo o semplicemente mentre si dissetano quando non devono suonare delle parti. Evidente anche il diverso modo con cui i componenti della band si relazionano con la musica e l’esecuzione, con l’esuberanza sincera di Andy Tillison, quella giovanile del chitarrista Luke Machine e quella misurata del batterista Tony Latham, in contrasto con la flemma di Theo Travis e del bassista Jonathan Barrett (attualmente non più nella band). Nonostante questa impostazione privilegiante il lato umano, l’aspetto visivo è molto curato, con un sistema di luci colorate morbide e soffuse che non affaticano la vista e rendono piacevole la visione. La musica è quella ormai nota dei Tangent, un progressive sotto certi aspetti scontato ma di qualità, piacevole da ascoltare e stuzzicante, con i suoi riferimenti a tanti gruppi storici e generi, dal jazz-rock al Canterbury sound all’elettronica, e con quella atmosfera malinconica da pomeriggio nella campagna inglese che caratterizza da tempo lo stile di Andy Tillison e compagni. Oltre alla parte musicale vera e propria, sono presenti come bonus le interviste a tutti i componenti della band e una raccolta di foto. Si può guardare il DVD attivando i sottotitoli con i testi dei brani ma consiglio senza dubbio quelli contenenti il commento tecnico, grazie al quale la visione assume un aspetto molto più interessante. Le spiegazioni sull’origine dei brani, le precisazioni sulla strumentazione utilizzata, le osservazioni sul modo di suonare e di interagire dei musicisti e tante altre piccole informazioni sparse qua e là, rendono ancora più piacevole la visione, complice anche il sottile humor (english humour, of course!) che traspare ogni tanto. Non riesco a trovare ulteriori argomentazioni per consigliare “Going off on two”, posso solo aggiungere che in allegato al DVD è presente un cd audio contenente l’intera set list (tranne, per motivi di spazio, “In darkest dreams”) e, se proprio non vi basta ancora, sappiate che il tutto può essere acquistato ad un ottimo prezzo nel sito internet della band.
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