|
Da quando nel 1973 il nome di Stella Vander apparve per la prima volta tra i credits di un album dei Magma (su “Mekanik Destruktiw Kommandoh” per la precisione), il ruolo della cantante ha assunto, nel corso degli anni, un ruolo sempre più importante, sia per le caratteristiche del sound della creatura di Christian Vander, con la sua voce lirica e cristallina, sia per quanto riguarda le attività manageriali e discografiche (anche a lei si deve la creazione dell’etichetta Seventh Records). Al punto che Philippe Gonin, nella sua biografia dedicata ai Magma, la definisce come “l’eminenza grigia” del batterista. Stella aveva già ottenuto un po’ di successo da solista negli anni ’60, con alcune semplici canzoncine pop (che oggi si trovano facilmente su youtube), ma da quando si è legata a Christian lo ha seguito in ogni sua avventura musicale, dedicandosi, di volta in volta, ai Magma, agli Offering, ad altri progetti del vulcanico drummer, ma trovando anche il tempo di registrare e pubblicare due album solisti, nei quali, riprendendo l’anima soul/spiritual della musica zeuhl, aggiunge anche un pizzico di jazz e melodie care alla classica chanson française, inspessendo, così, le atmosfere un po’ malinconiche e un po’ misteriose della sua proposta. Oggi la Seventh Records, tramite la collana Akt (dedicata a curiosità, perle e live dal mondo dei Magma), ripesca un concerto di Stella del 1991 susseguente all’uscita dell’album “D’epreuves d’amour”. Questo cd ci porta in questa dimensione concertistica che appare spesso intimista, con la voce di Stella protagonista assoluta e accompagnata al piano dall’inseparabile Christian. I punti di contatto con il gruppo madre sono proprio rappresentati dalle parti cantate, sia nei momenti solisti lirici, sia in quelli più corali e altisonanti. Per l’occasione, sul palco viene rispolverata buona parte dell’album citato, con una punta di emozione in particolare per la superba “Ronde de nuit”, otto minuti magici e cupi, con le note ossessive di piano ad accompagnare l’intrigante interpretazione canora. E’ un brano firmato Christian Vander e si sente! Buona parte dell’album viene eseguito, ma ci sono anche altre sorprese. Innanzitutto sul palco ci sono altri musicisti, a partire da Isabelle Feuillebois e Julie Vander, che danno più corpo ai cori. Pierre Michel Sivadier alle tastiere e alla voce, Philippe Dardelle al contrabbasso e Alex Ferrand alla chitarra, al sax e ai cori, danno più colore a certi passaggi musicali. Splendidi, in particolare, i dieci minuti di “Anahë”, altro brano di Christian, in cui piano, tastiere e sax rievocano certo jazz offeringiano, mentre i cori fanno pensare alle esperienze de Les Voix de Magma. Un inedito Philippe Bussonet alle percussioni fa una comparsata in tre brani, mentre l’ospite speciale Lydia Domancich suona le tastiere e si presenta per due volte al piano, regalando, tra l’altro, una esecuzione della sua “Manege infernal”, dal sapore classicheggiante, ma che si adatta alla perfezione al contesto. Nessun estratto dal repertorio dei Magma, ma ben tre canzoni son ripescate dall’album solista di Christian Vander intitolato “A tous les enfents” e che rappresenta una sorta di “canto di Natale kobaiano”. Finale da apoteosi con la meravigliosa “Ehn Deïss” degli Offering, che con l’originalissimo mix di zeuhl e jazz, chiude alla grande un disco stupendo e particolare, che ci fa conoscere meglio uno dei tanti aspetti dell’universo sonoro legato ai Magma.
|