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Con questo doppio dal vivo facciamo finalmente la conoscenza della nuova formazione dei Magma. Il 29 febbraio 2020 era iniziato un nuovo tour e, possiamo dirlo, una nuova era per la storica band francese, che si presentò all’appuntamento con una line-up completamente rinnovata. Al fianco di Christian Vander rimasero confermati i soli cantanti Stella Vander, Isabeille Feuillebois, Hervé Aknin e il chitarrista Rudy Blas. Dentro, invece, tre nuove coriste, Sylvie Fisichella, Sandrine Destefanis e Laura Guarrato, i tastieristi Simon Goubert e Thierry Eliez e il bassista Jimmy Top, figlio del celebre Jannick. Una vera e propria rivoluzione che ha coinvolto anche Philippe Bussonet, che detiene il record di aver resistito per oltre venti anni alla sezione ritmica vicino al vulcanico Christian Vander. Ovviamente per i fan l’attesa di sentire all’opera questi nuovi Magma era enorme, ma la pandemia ha bloccato tutto e fu possibile suonare solo per una manciata di date. Sufficienti, fortunatamente, a regalarci questo documento che dà una visione abbastanza chiara di cosa offrono questi musicisti in concerto. Partiamo col dire che con il potenziamento del parco voci femminili si pone inevitabilmente ulteriore forza proprio sulle parti corali. La presenza di due tastieristi, invece, non è certo una novità e se si è persa la particolarità timbrica del vibrafono che per tanto tempo ha caratterizzato negli anni recenti il sound del gruppo, i dialoghi tra gli strumenti appaiono comunque raffinatissimi. Particolare anche il repertorio: il primo cd è occupato da un estratto di poco meno di un’ora della trilogia “Theusz Hamtaak”, il secondo da due brani storici e due cover. Ma andiamo con ordine. La “Theusz Hamtaak anthologie” non fa perdere la potenza dirompente delle tre parti qui in versione ridotta. L’atmosfera cupa e drammatica è mantenuta in pieno, con le classiche reiterazioni, i ritmi ossessivi e quei momentanei momenti più sereni e solari. I cori rendono forse ancora più altisonante la proposta e sembra che “Wurdah Itah” ne esca arricchita, con una maggiore varietà timbrica. I ventidue minuti di “Mekanik Destruktiw Kommandoh” restano il momento clou dello spettacolo ed anche se in versione breve siamo di fronte ad un’ennesima interpretazione magistrale del capolavoro dei Magma, condita anche dall’esibizione canora in scat di Christian. Le sorprese maggiori, come accennato, arrivano col secondo dischetto, che si apre con “Kobaia”, uno dei cavalli di battaglia del repertorio della band. Questa versione rinnovata convince pienamente, mostrando le voci femminili deliziose che in pratica sostituiscono i fiati e momenti di ampia libertà strumentale. Si prosegue con “For tomorrow”, un brano del pianista jazz McCoy Tyner che Vander e soci proposero dal vivo anche nel 2008 in un altro momento di transizione. È un pezzo che si inserisce bene nel repertorio magmatico, col suo andamento ipnotico, con i cori ancora a giocare un ruolo importante ed un bell’assolo di batteria. È poi il turno di “Auroville”, composizione di Michel Grailler già proposta in passato da Vander con Alien e Offering. Anche qui siamo su territori jazzistici eleganti, ma le protagoniste assolute sono le due tastiere con interazioni di altissima classe. La conclusione è affidata a “Troller tanz”, che fa riemergere lo zeuhl più prepotente e veloce con la sezione ritmica a guidare energicamente le danze. I musicisti cambiano, la musica resta. E che musica. Chiudiamo con una citazione proposta da Christian Vander tra le note del cd, del suo vecchio amico Stundehr, transitato nei Magma anni fa e passato a miglior vita nel 2015: “Magma è là, sarà sempre là. E nulla – no, nulla – ci fermerà!”
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