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SUBURBAN SAVAGES |
Demagogue days |
Apollon Records |
2021 |
NOR |
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“La fantasia al potere” potrebbe essere uno slogan che ben si adatta a descrivere la musica contenuta in questo disco. Senza scomodare i significati storici e culturali della frase, credo che essa risponda abbastanza bene al bisogno di superare i cliché progressivi di stampo classico che i Suburbas Savages sembrano essersi imposto nel comporre e suonare “Demagogue days”. Pur non presentando innovazioni o soluzioni musicali eclatanti, il gruppo norvegese riesce a confezionare in tre quarti d’ora un lavoro che suona fresco e sincero, almeno a paragone del prog sfacciatamente retrogrado basato sulle sonorità a base Hammond-Moog-Mellotron delle quali liberarsi sembra essere una sfida impossibile. Intendiamoci, “Demamogue days” fa uso di queste sonorità, ma lo fa in maniera intelligente e, appunto, fantasiosa. “Aroused and confused” è un perfetto esempio delle intenzioni del gruppo, col suo inizio rumoristico, le melodie cameliane, i tempi dispari, le pause riflessive, le linee vocali inconsuete e gli arrangiamenti finemente cesellati nell’orgia di strumenti utilizzati. Personalmente ritengo il brano uno dei più originali che abbia ascoltato negli ultimi anni nel campo del progressive “classico”. “Taciturnity” è meno sorprendente ma riesce comunque a colpire per la varietà e per il gusto della melodia. I brani più brevi sembrano meno interessanti in confronto agli altri, ma ad un ascolto attento è possibile cogliere anche in essi la maestria e la cura che i Suburban Savages vi hanno disseminato. Per intenderci, la bellezza di “Krystle fox”è innegabile nella sua semplicità, mentre “Iconoclast” è quasi un omaggio ai Gentle Giant. Che dire di “Under mirrored skies”? Quasi otto minuti di pop e progressive talmente ben amalgamati da poter fungere da esempio per definire un ibrido tra i due generi. “The silence afterwards” chiude il disco in maniera dolce e malinconica ma non per far riposare le orecchie all’ascoltatore, dato che la complessità dell’intero “Demagogue days” è ben lontana dall’essere stancante o fastidiosa. Credo ci sia bisogno di più dischi come “Demagogue days”, anche senon in senso letterale, ovviamente. Lo sforzo per realizzare dell’ottimo progressive rock di stampo classico che cerchi di superare schemi collaudati, per quanto mi riguarda va premiato. I Suburban Savages ci sono riusciti, realizzando uno degli album da ricordare del 2021.
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Nicola Sulas
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