Praticamente in contemporanea al nuovo album “Insomnia”, i Nexus danno alle stampe anche questo live, comunque registrato in studio nel novembre 2020 a Buenos Aires e caricato già all’epoca su Youtube. Si era già assestata la formazione in quartetto composta da Lalo Huber (tastiere), Carlos Lucena (chitarra e voce), Luis Nakamura (batteria) e dalla new entry Roxy Truccolo (basso e voce). Per l’occasione la band argentina presenta una scaletta particolare, che alterna brani propri ad altri dei leggendari Crucis, autori negli anni ’70 di due gioielli che non dovrebbero mancare nella collezione degli appassionati di prog. La track list si apre con “El ultimo dia”, tratto da quello che in quel momento era il lavoro più recente dei Nexus, “En el comienzo del Topos Uranos”. Questo pezzo strumentale è una perfetta introduzione di uno splendido spettacolo all’insegna di un rock sinfonico di grande qualità. Da questo momento si alterneranno in successione una composizione del repertorio dei Nexus ed una di quello dei Crucis ed è impressionante notare come il risultato finale mostri una omogeneità totale, ennesima dimostrazione della caratura del gruppo che stiamo ascoltando. I Nexus recuperano una serie di estratti dai loro primi due album e precisamente “La espiral”, “Condenados”, “La tentacion del mundo”, “Mas alla del limite” e “Metanoia”. È un piacere riascoltare questi brani con il ritorno di una voce femminile, che mancava dopo l’abbandono di Mariela Gonzalez e bisogna dire che la Truccolo supera pienamente la prova, con una prestazione di ottima qualità con la quale mette in mostra le sue doti. D’altronde aveva già collaborato con Lucena nell’interessantissimo progetto Alma un po’ di anni fa e chi conosce il lavoro frutto di questa esperienza non può rimanere sorpreso. Dei Crucis vengono invece proposti “La triste vision del entiero proprio”, “Ironico ser”, Todo tiempo posible”, “Abismo terrenal” e “Los delirios del marsical”. In oltre un’ora di musica i Nexus offrono una performance senza sbavature in cui possono esibirsi in una musica ad alto tasso sinfonico, ma che sa essere anche romantica, vibrante, tecnica al punto giusto, fantasiosa e con un tocco latino derivante dai testi in madrelingua, il tutto seguendo un flusso sonoro costante che delizia l’ascoltatore senza attimi di stanca. Come sempre, le tastiere emersoniane di Huber si amalgamano alla perfezione con la chitarra di Lucena, a volte elegante, a volte più aggressiva, su ritmi che variano di continuo e che spesso si fanno composti. Gli ampi spazi strumentali che si ritagliano i quattro musicisti fanno emergere tutto il loro talento, che non si arena mai verso virtuosismi fini a sé stessi. La Truccolo, come accennato, si impegna a cantare i brani dei Nexus, mentre Lucena si fa carico di quelli dei Crucis con la sua voce. Vista la qualità della musica di entrambi i gruppi, era facile pescare bene e infatti tutto il concerto è di altissimo livello, ma mi va di segnalare in particolare tre composizioni che fanno capire alla perfezione come siamo al cospetto di una band nettamente superiore alla media. “Condenados” mostra come i Nexus sappiano trovare dinamiche affascinanti passando da impennate altisonanti a passaggi più melodici. “Metanoia” evidenza invece il lato bombastico senza mai scadere nel kitsch. “Los delirios del Marsical” è un’interpretazione magistrale della splendida title-track del secondo album dei Crucis, che lascia senza fiato con un’aura sognante ed un crescendo incantevole. Personalmente credo di aver sprecato ogni aggettivo positivo per descrivere e riassumere le varie pubblicazioni dei Nexus, che stavolta riescono a raggruppare in un unico supporto alcuni pezzi pregiatissimi di due ere distanti, ma ugualmente brillanti, di progressive rock argentino.