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GREY LADY DOWN |
Fear |
Cyclops |
1997 |
UK |
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Uscire dagli schemi preconfezionati del new Prog inglese... questa da un po' di tempo sembra essere la parola d'ordine di molti gruppi britannici, vecchi e nuovi. Qualcuno effettua tentativi abbastanza goffi in tal senso (Jadis), altri ci riescono magnificamente pur non rinnegando alcunché del passato (IQ). Tra questi ultimi, pur con risultati non così... magnifici, ci sono i Grey Lady Down, che hanno recentemente subito (o forse beneficiato, chissà...) di cambiamenti di formazione (tastierista e chitarrista) che non potevano non incidere sul risultato di questo loro terzo album. Non si tratta di sconvolgimenti epocali, soprattutto riguardo al loro precedente lavoro, ma possiamo notare un diverso utilizzo degli strumenti sopra indicati, ad esempio: maggiore varietà per quanto riguarda la chitarra, minore invadenza ma più efficacia per le tastiere. I 7 brani sono tutti di lunghezza elevata, come oramai si sta abituando a fare il gruppo di Oxford (chi li conosce saprà però che non hanno molto del comportamento tipicamente detto oxfordiano...), con molte variazioni e molte soluzioni piuttosto... intricate all'interno dei brani stessi, senza lasciarsi oramai più andare al flash-Prog degli inizi (pur non disprezzabile... peccato che poco di quel flash-Prog andò a finire - e male - nel primo album) né a contaminazioni poppettare. "Fear" dunque è un buon album, lontano dall'eccellenza, evidentemente, ma gradevole e di buona ispirazione.
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Alberto Nucci
Collegamenti
ad altre recensioni |
THIEVES' KITCHEN |
Head |
2000 |
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2001 |
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