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Già vi vedo a calcolare la durata media di ogni brano... ma vi devo comunque dire che l'ultima traccia "The flyer", a fronte di 26 minuti nominali, contiene lunghi momenti di silenzio con alcuni brevi intermezzi che non c'entrano nulla coi 13 minuti effettivi del brano. Per il resto, il 2° CD della band inglese ci fa tuffare, proprio come il primo, nel pieno dell'atmosfera neo-progressiva dei primi anni '80, riportandoci alla mente bands di quel periodo, note e meno note. Ci può essere poco da dire: chi ama sonorità stile primi Marillion, Pendragon o IQ, può buttarsi con tranquillità su "Forces". Musicalmente il gruppo fa in un certo senso un piccolo passo avanti rispetto al CD di debutto dello scorso anno, scrollandosi di dosso i brani brevi ed immediati degli esordi (uno dei quali, "I believe", viene tuttavia recuperato per "Forces"), che comunque avevano la loro freschezza e godibilità, per composizioni ben più elaborate e labirintiche. Queste sono più apprezzabili forse dal punto di vista stilistico, ma hanno perso quel sapore di avventura, quella freschezza appunto, che ci aveva fatto gridare, se non al miracolo, all'avvento di una band abbastanza interessante. La registrazione di "Forces" è quasi impeccabile, stavolta, ma i brani paiono addirittura quasi tutti uguali, pressoché un esercizio stilistico che solo a tratti si concretizza in qualcosa che si possa... tramandare o che si possa ricordare appena 10 minuti dopo. Detto tutto questo, occorre accordare una menzione onorevole per la già citata "The flyer" ed aggiungere che l'album non è brutto, ad ogni modo; forse stavolta la musica dei GLD può essere avvicinabile anche dai non amanti die-hard del new-Prog inglese, visto che le situazioni negative sopra esposte hanno il loro rovescio, ovviamente positivo, nell'assenza di melodie troppo commerciali, ma certamente rappresenta un passo pericolosamente fatto verso una direzione poco incoraggiante e vuota di vere attrattive.
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