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Dopo due live, Colin Bass realizza il suo secondo disco solista in studio regalando altri tre quarti d'ora di musica aggraziata e di non difficile ascolto. Se l'ottimo "An outcast of the island" ci aveva mostrato un Bass pronto a seguire al meglio gli insegnamenti di Latimer, il bassista dei Camel, in questo suo nuovo lavoro, vengono maggiormente accentuate le tentazioni pop-rock finora solo accennate. Ma la raffinatezza con cui il musicista presenta le sue composizioni ci permette di gustare al meglio il disco. A parte due brani che rasentano i nove minuti e che si avvicinano ad un prog melodico di squisita fattura, con parti strumentali abbastanza malinconiche e cameliane, e un breve brano orchestrale, troviamo, infatti, una manciata di interessanti canzoni e ballate orecchiabili, serene e ben arrangiate, dalle quali emergono fortemente le capacità di songwriting e di cantante di Bass, dotato di una voce calda e coinvolgente. I ritmi sono a volte compassati, a volte più sostenuti e l'utilizzo di strumenti sia elettrici che acustici crea uno scenario timbrico senza dubbio efficace. Non siamo certo di fronte ad un capolavoro e probabilmente nemmeno ai buonissimi livelli del primo album, ma "In the meantime" è senz'altro un prodotto di discreta qualità, forse senza vette elevatissime e sicuramente senza cadute di tono. Acquisto da tenere in considerazione, quindi, soprattutto se amate una musica tutt'altro che complicata e che fa della melodia il proprio punto di forza.
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