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CAMEL Harbour of tears Camel Productions 1996 UK

Sorpresa, sorpresa! All'ultimo momento i ragazzi della redazione riescono ad infilare nella sezione recensioni di Arlequins questa mia analisi del nuovissimo CD dei CAMEL. La band, infatti, dopo quattro anni di silenzio torna a calcare le scene con un fresco lavoro. "Harbour of tears (45' di musica, più 20' di mare!) è un concept basato sulle vicende di un emigrante che, partendo in cerca di fortuna, lascia la propria vita e famiglia alle spalle in, appunto, un Porto di lacrime. E' la musica a farla da padrona per la maggior parte del tempo, mentre l'apporto delle liriche alla struttura dei pezzi è decisamente minore, anche se mai fuori luogo. La formazione di "Dust & dreams" non è cambiata, semmai si è arricchita di nuovi elementi, a volte solamente ospiti, che servono all'economia del CD. Infatti i brani che compongono la suite (interrotta per la verità raramente da pause di silenzio tra una traccia e l'altra) spaziano dal folk al sinfonico, evocando strani fantasmi nella testa dell'ascoltatore. Mi sono così ritrovato a pensare ad una lista di altre bands che potevano aver suonato su "Harbour of tears": nelle sezioni più folk non può che venire in mente il nome Jethro Tull (periodo "Heavy horses" o "Songs from the wood"), mentre estrema è l'influenza degli Enid per le parti più sinfoniche ("Touch me"). Infine aggiungerei un pizzico di Pink Floyd, soprattutto per lo stile che Latimer ha nel suonare la chitarra. Ma, lasciatemelo dire, quello che soprattutto impera in "Harbour of tears" è il grande suono alla CAMEL, che sinceramente non sentivo da parecchio tempo! La suite è bilanciata, espressiva, carica di potenza e malinconia ed è estremamente incalzante nei cambi d'atmosfera, nel creare immagini evanescenti, fantasmi dì tempi andati, nell'emozionare... Ok, ok... forse mi sono lasciato andare un po' troppo! Io non sono stato un amante dei CAMEL fin dall'inizio, eppure oggi mi ritrovo ad ascoltare questo CD con il pensiero fisso che sia un capolavoro, uno dei migliori lavori della band e forse uno dei migliori in ambito progressive da qualche (tanti!) mese. "Harbour of tears" è un CD da comprare a scatola chiusa, senza pensarci su nemmeno un attimo perché davvero può farvi riscoprire quali sono le bands di serie A e quali di serie B (sapete da che parte stanno i CAMEL?).

 

Marco Del Corno

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