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Sempre la solita roba? Forse... ma chi accoglie a questo modo ogni nuovo album delle Orme dopo "Il fiume" si meriterebbe di ascoltarsi "Marinai" 10 ore al giorno! La nuova svolta Progressive di Taliapietra e soci degli ultimi anni ci ha regalato tre splendidi album in studio che ci riportano alle magiche atmosfere anni '70, pur con una nuova tendenza un po' spirituale e talvolta quasi new age che comunque ci porta a distinguere decisamente i lavori recenti dagli antichi "Felona e Sorona" e compagnia bella. Forse ne "L'infinito" il gruppo si spinge ulteriormente in là in tal senso, confezionando un disco quasi cosmico e in cui il richiamo alle alte sfere può essere talvolta stucchevole ma che ad ogni appassionato del rock sinfonico elegante, raffinato e garbato non può che offrire altri 45 minuti di emozioni. L'album ha forse elementi di attrazione immediata in numero inferiore rispetto ai suoi recenti predecessori, sicuramente più ricchi di elementi immediatamente apprezzabili; esso si snoda, come ormai solito, su un'unica lunga suite divisa in 12 movimenti (o, se volete, su 12 canzoni ognuna legata all'altra). Le caratteristiche ormai conosciute delle Orme sono tutte lì: grande gioco di tastiere, sia quelle pesanti di Michele Bon che quelle più acustiche ed intimistiche di Andrea Bassato, il solito ottimo drumming di Michi Dei Rossi, che ha ritrovato negli ultimi anni il suo entusiasmo e una seconda giovinezza, ed infine il classico, ispirato ed inconfondibile cantato di Aldo, sempre più angelico ed elevato nei suoi toni. Non è praticamente possibile, stante le sue caratteristiche sopra esposte, evidenziare una o più canzoni che si elevino sopra le altre, ma direi che la parte centrale dell'album rappresenta il momento più alto e godibile, giocato su una continua alternanza tra momenti aulici in cui solo il cantato di Aldo porta avanti il minutaggio e accelerazioni strumentali. Tra l'altro è da notare come il brano intitolato "La ruota del cielo" ricordi molto "India", brano degli anni '70 recentemente rispolverato nei concerti del gruppo. In chiusura il giudizio è senz'altro positivo: "L'infinito" è forse inferiore ai due album che l'hanno preceduto, ma è comunque un'ottima continuazione della nuova tendenza delle Orme che, speriamo, duri all'infinito...
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