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CENTROZOON Never trust the way you are Resonancer 2004 GER

L'atto secondo della collaborazione fra i Centrozoon e il No-Man Tim Bowness è questo full-length album, che idealmente prosegue il discorso già iniziato col mini-CD "The Scent of Crash and Burn". Viene dunque confermata una certa affabilità, che tuttavia non sfocia mai nella vera e propria commercialità; in più, fra i collaboratori, troviamo qui un altro nome noto, ossia quel Pat Mastelotto che conosciamo per i servigi resi in casa King Crimson: del resto, la paternità putativa frippiana aleggia da sempre nel songwriting di Centrozoon. Manco a farlo apposta, l'iniziale, lunga "Bigger Space" è lì a dimostrarlo, grazie alle schizoidi trame chitarristiche di Markus Reuter che si uniscono alle percussioni di Mastelotto, mentre sulle propulsioni aero-spaziali e sui loops elettronici vagamente eighties agisce lo straniante cantato di Bowness. L'anima del disco risiede in effetti nel peculiare contrappunto fra le sue suggestive parti vocali, quasi sussurrate, e il gusto sperimentale (comunque non oltranzista) messo in moto dai compagni: si ascoltino, in proposito, i rifacimenti di "Ten Versions of America" e "Make Me Forget", oppure "Carpet Demon", con la sua ritmica simil-dance e l'andatura robotica à la Kraftwerk. Altrove l'assetto melodico prende nettamente il sopravvento, come nel bel refrain di "Little Boy Smile", pezzo a cavallo fra Tangerine Dream e new wave d'antan; nella misurata orecchiabilità di "Pop Killer"; nelle soffuse evoluzioni di "Skylight": qui Bowness e i synth agiscono spiritualmente all'unisono. Le vecchie inclinazioni ambient non sono peraltro dimenticate, e trovano posto nelle tenui onde rifratte di "Not You" e nelle dolci risacche sintetiche di "To the Other".
Buona l'incisione e la definizione sonora, come da standard teutonico; enigmatiche le foto del booklet: una nave che affonda, una casa pendente, un binario morto... A parte gli oltre nove minuti di "Bigger Space", le altre dodici tracce sono tutte piuttosto concise, e forse anche questo è un segnale che ci rivela l'evoluzione verso la (relativa) commestibilità da parte di Centrozoon. Per scoprire se tale mutamento è da considerarsi irreversibile, non resta che seguire le prossime mosse di Reuter & Wöstheinrich.

 

Francesco Fabbri

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