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Questo disco appena è uscito era già vecchio, visto che le registrazioni sono avvenute sul finire del '95 e che, nel frattempo, il gruppo bolognese è andato avanti, sia musicalmente che nell'inserimento e sostituzione di alcuni membri. Ad ogni modo è comunque utile e piacevole conservare una testimonianza tangibile di quanto è stato fatto negli anni passati, anche perché non si può dire che questo disco non abbia possibilità guadagnarsi un po' d'estimatori. Il fatto che gli Amanita siano ancorati agli anni '70 è un dato di fatto che si evince da un rapido sguardo e un ascolto anche superficiale della loro musica: magari non è una cosa studiata a tavolino né precisamente consapevole, ma mi pare evidente. La musica, soprattutto... si tratta di rock psichedelico-sinfonico (musica da fumo, veniva popolarmente definita una volta), dalle sonorità spesso orientali, con grande ricorso ad atmosfere ipnotiche dettate soprattutto da un flauto onnipresente (anche troppo, forse) e da armonie di chitarra mai sopra le righe. Traspaiono soprattutto un grande entusiasmo e una grande convinzione nelle cose che vengono fatte. Non il massimo della vita? Aspettiamo ulteriori e promettenti sviluppi.
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