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Settimo sigillo di quello splendido marchio di fabbrica targato Mike Sary, ormai unico depositario del nome French TV, il quale ad ogni nuovo episodio chiama accanto a sé nuovi musicisti che si cimentino nell'interpretazione di uno stile in costante mutazione eppure ormai consolidato. Il buon Mike sembra ogni volta tirarsi indietro per lasciare ampio spazio e libertà di espressione creativa ai convitati e quello che di volta in volta viene fuori risulta diverso dai capitoli precedenti ma con uno splendido filo conduttore che ormai conosce chi ha avuto modo di apprezzare i lavori dei French TV. Se con l'album precedente l'accento veniva posto su un Canterbury con forti matrici sinfoniche, con questo "The case against art" si torna su territori meno immediati (o meglio ancor meno immediati, perché di canzoncine non ce ne sono mai state nei dischi del gruppo), complessi, più RIO ma un po' meno pazzerelli forse (peccato... questa era una delle costanti che rendevano ancor più particolari i dischi dei French TV), ma deliziosamente lanciati a stupire per l'ennesima volta l'ascoltatore e, soprattutto, a divertirsi. Il gruppo infatti è ormai un progetto di Mike Sary, come detto, il quale di volta in volta chiama accanto a sé vari musicisti (questa volta ci sono anche violino, banjo e altre strane cosette) per veder cosa ne viene fuori. Il risultato può risultare, come sempre, indigesto a chi predilige un Prog più lineare, ma ben difficilmente potrà annoiare.
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