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Ne sono passati di anni, ben 26 dall’esordio discografico del 1984, e bisogna dire che la televisione francese regge perfettamente la sfida del tempo, nonostante i continui cambi di programma e anche di organico. A gestire e guidare la baracca c’è sempre lui, Mike Sary, che con il suo charme desta l’ammirazione di un giovane pubblico femminile, sicuramente pronto a fare follie per lui… almeno così pare leggendo le note di copertina… Che questo ragazzone non vada preso troppo sul serio lo possiamo intuire persino ascoltando la sua musica… che è una cosa seria, non mi fraintendete, ma che non ha mai perso con gli anni la sua vena sarcastica e giullaresca. La goliardia, unita alla capacità di improvvisare ed interagire con gli altri e di reagire a situazioni impreviste, è il pregio di questa band che subisce il suo ennesimo rimaneggiamento e si basa attualmente su una line-up fluida ed aperta. Due sono le testate d’angolo: Mike Sary, la mente, al basso ed il batterista Jeff Gard, e poi ci sono gli ospiti, tanti e bravi, fra cui emerge sicuramente il vecchio compagno Warren Dale, presente su due tracce al clarinetto, al sax e alla diamonica… sicuramente sarà stato perdonato di tutta l’infelicità che ha causato abbandonando i French TV… e sicuramente con la performance che offre in questo disco, il decimo in studio del gruppo americano, ha reso più facile la cosa. Anche il vecchio chitarrista Chris Smith è tornato come ospite in “Mosquito Massacre” e sicuramente anche lui deve essere stato perdonato grazie alla sua classe indiscutibile che evidenzia soprattutto mentre duella con le indiavolate tastiere del nostro connazionale Paolo Botta o con il pazzoide Warren il cui sax decisamente free sembra davvero una specie di zanzara pronta al massacro. A prendere invece il ruolo di tastierista principale in questo disco troviamo Steve Katsikas dei Little Atlas che porta nella band una vena decisamente sinfonica che addolcisce l’approccio a dir poco avanguardistico di questa band sregolata. Ascoltatelo su “March of the Cookie Cutter” mentre si prodiga in escursioni simil-barocche che vengono riprese in maniera allegra dalla chitarra di Shawn Persinger e dal sax di Warren Dale in un miscuglio strabiliante in cui jazz-rock e Prog sinfonico si sovrappongono in maniera brillante o si alternano in imprevisti sbalzi di umore. In quanto a schizofrenia “With Grim Determination, Terrell Dons the Bow Tie” non è decisamente da meno con i suoi continui ripensamenti e cambi di direzione, rallentamenti inaspettati, fughe improvvise e cambiamenti di stile che vanno dall’anarchia assoluta ad inattese aperture melodiche. Fra i pezzi più coinvolgenti e divertenti includo sicuramente “Conversational Paradigma” con il suo groove divertente, gli impasti jazzy e persino qualche deviazione klezmer ma in fin dei conti è impossibile scegliere uno in particolare di questi sei pezzi che si barcamenano in maniera folle e brillante in tanti stili diversi. Il sound appare nel complesso fresco, dinamico, mai pesante ed un ruolo importante è rivestito sicuramente dai fiati che danno un’impronta jazz rock molto piacevole. Il drumming è assolutamente brillante ed agile e si immedesima in ogni situazione trasformandosi da leggero e preciso a pestato ed aggressivo con la velocità del pensiero. Volete delle coordinate più precise o magari dei gruppi di riferimento? Potrei darvene cento oppure uno soltanto: French TV. Non vi resta quindi che accendere questa televisione e gustarvi la programmazione, nel palinsesto c’è il Prog che piace a noi, con le sue mille capricciose sfaccettature.
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