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Ah! Ultimamente gli inizi di recensione mi riescono difficili, oppure tutti uguali. Ma in questo caso la prima frase che mi è venuta in mente quando ho sentito "Amata" è stata "Che tristezza!". Eggià: tristezza. Chi di voi ha qualche anno e non ha ancora scoperto tutto del mondo prog del passato, potrà ancora avere i suoi miti e le sue illusioni, ma a chi come me ne ha viste tante (vero Alberto?) non può rimanere immobile di fronte a un mostro sacro decaduto come John Wetton. Anzi, rimane immobile, nel senso che rimane pietrificato da tanta tristezza si sente addosso. Ebbene questo cd live registrato in Polonia aggiunge forse tristezza alla tristezza: è acustico e la musica soffusa e delicata suonata con la chitarra da Wetton, supportato da John Mitchell e Martin Orford, crea una atmosfera da "Ricordi i bei tempi andati?". Qualcuno ritiene che "Rock of Faith", il suo ultimo lavoro solista in studio, sia il suo miglior cd, ma ascoltando "Book of Saturday" (per l'ennesima volta riproposta") e una scombinata "Heat of the moment" (per ricordare le due delle mille facce di Wetton) rimane un senso di vuoto forse oramai cronico.
Solo per i nostalgici.
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