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John Wetton è parte della storia del progressive rock, avendo percorso i decenni in maniera trasversale tra gli estremi musicali rappresentati dalla sperimentazione creativa dei King Crimson e quella commerciale degli Asia. Contando anche le molte collaborazioni con band storiche (Family, UK, Uriah Heep) e una lunga carriera solista, è evidente come il suo contributo a definire un certo tipo di musica sia stato fondamentale.
Questo doppio album è una sorta di riepilogo della sua carriera, non perfetto, non attuale, non completo e musicalmente confinato entro limiti ben precisi. A che serve, dunque? In realtà rappresenta solamente un periodo in cui Wetton si esibiva in solitaria prevalentemente in acustico, proponendo versioni rivisitate di brani pescati tra i vari momenti della sua carriera. Ciascun CD è dedicato ad un'esibizione destinata alla diffusione radio via satellite, mai rese disponibili ufficialmente in precedenza su supporto fisico. I concerti risalgono al 1998 ed al 2002 (anche se in copertina è indicato erroneamente 2001), con location a Stoccolma e Washington DC, e non presentano sostanziali differenze nelle scalette, quasi identiche, e nella modalità di esecuzione. L'atmosfera è molto rilassata, con un pubblico ridotto che applaude entusiasta e John che parla spesso tra un brano e l'altro spiegando la storia delle composizioni. Gli arrangiamenti sono ovviamente molto scarni. In pratica ogni brano è proposto per chitarra acustica e voce, con occasionali inserti di tastiera a fungere da collante o da introduzione. Lo stesso Wetton spiega al pubblico all'inizio della prima esibizione che ascolterà le canzoni esattamente come sono state composte in origine, senza band e attrezzatura digitale di sorta. Musicalmente, almeno per quanto mi riguarda, la parte più interessante è l'esecuzione dei brani storici di King Crimson e Asia. È molto interessante ascoltare "Book of saturday", "Easy money", "The night watch", "Starless", "Heat of the moment" e "Sole survivor" (presente solo nel secondo CD) in versioni ridotte all'osso rispetto a quelle da tutti conosciute e create da due band in teoria (e anche in pratica) completamente differenti tra loro. L'operazione compiuta da Wetton consiste quindi nel riappropriarsi delle composizioni e nel farle totalmente proprie, con un risultato che si integra a dovere con i brani meno noti della sua carriera solista. L'album è nell'insieme piacevole ma dubito che l'ascolto di entrambi i CD possa andare oltre il puro interesse completistico. In realtà ci sono alcune differenze ma non dal lato strettamente musicale. Il primo CD ha un suono più asciutto, la chitarra suona più secca e distante e la voce è appena meno ricca. La seconda esibizione, invece, sembra registrata meglio e suona più presente. Si tratta di differenze non eccessive e probabilmente legate anche a preferenze personali di ascolto. La qualità delle esibizioni è ugualmente molto simile anche se io preferisco la prima. La voce è più sicura e precisa, così come l'esecuzione alla chitarra. Anche in questo caso si tratta però di dettagli. Dubito che si possa considerare "Live via satellite" come un comune greatest hits, anche se le esibizioni sicuramente contemplavano quest'idea. In ogni caso, la qualità tutto sommato discreta, il fatto che i concerti rappresentano un momento storico nella carriera del bassista-chitarrista-cantante-tuttofare e la curiosità verso gli arrangiamenti acustici delle canzoni, dovrebbero essere sufficienti per i fan di John Wetton.
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