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JOHN WETTON |
Akustika - live in Amerika |
Blueprint |
1996 |
UK |
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Coloro che hanno avuto la possibilità di vedere John Wetton dal vivo sanno cosa sto per scrivere in questa recensione. L'ex Crimson\UK\Asia è tornato a calcare la scena prog da qualche anno a questa parte con una discreta produzione, scrivendo anche un pezzo usato come colonna sonora ad un film inglese. Ora il nostro amico decide di pubblicare questo album dal vivo, registrato durante l'ultimo tour in America. Come saprete ultimamente Wetton è salito sul palco a Londra in un concerto mozzafiato e in Olanda come supporto agli Arena in set (ahimè!) acustico. "Live in Amerika" è anch'esso completamente acustico, con il musicista impegnato a suonare chitarre e tastiere, nonché ovviamente a cantare. Ma ciò che comunque colpisce l'ascoltatore non è la scarnezza (possibile virus infettivo dei dischi cosiddetti unplugged) ma l'estremo calore con cui Wetton propone il suo repertorio. Devo dire che ho visto l'ex Crimson all'Astoria a Londra e posso assicurarvi che la sua voce è ancora una delle più belle nel mondo progressive, e la sua voglia di divertire e divertirsi è sempre incredibile (soprattutto vista l'età). Il set proposto nel CD è pressoché identico a quello visto a Londra e in Olanda e ripercorre la carriera del frontman dai tempi dei Crimson fino al disco solista dell'anno scorso ("Battle lines" per chi non lo sapesse). Così ci tuffiamo nel mondo Wetton con "Voice of America", passando per miti quali "Rendez-vous 6:02", "30 Years" e "Book of Saturday", fino ad arrivare ad una strana versione di "Heat of the moment" (quasi irriconoscibile al primo ascolto). La voce di Wetton è estremamente calda e il pubblico che ha seguito il concerto qui immortalato (le note di copertina non indicano né località, né data) sembra apprezzare estremamente la sua esibizione. In questo modo la miscela che il nostro crea su questo CD funziona, perlomeno il primo quarto d'ora, poi alla lunga l'inevitabile estrema semplicità nell'arrangiamento dei brani può stancare (e io sono particolarmente predisposto a questi effetti). Devo ammettere che il concerto che io vidi fu molto più emozionante... Detto questo, voglio sottolineare che nulla toglierei alla magnifica prestazione dell'inglese, alla sua eccezionale voce e alla scelta dei brani proposti. Se solamente al posto di pubblicare questo concerto, fosse stato scelto quello di Londra...
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Marco Del Corno
Collegamenti
ad altre recensioni |
JOHN WETTON - GEOFF DOWNES |
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2005 |
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