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"Ride the tiger" è il risultato dall'incontro tra due amici che nei primi anni '80, ai tempi di un tour degli Asia in Giappone, decisero di mettere a frutto la scoperta di avere molte idee in comune sulla musica. La testimonianza lasciata dall'incontro tra Greg Lake e Geoff Downes, avvenuto qualche anno più tardi tra la fine del 1989 e l'inizio del 1990, è costituita da una manciata di canzoni che in alcuni casi sarebbero diventate parte del repertorio delle rispettive band, EL&P e Asia. Queste canzoni, sei in totale, trovano per la prima volta spazio in un album dalla breve durata (poco più di mezz'ora, compreso un mix alternativo di "Love under fire") grazie al quale è possibile rivivere uno spaccato del periodo di passaggio tra due decenni. Lo stile compositivo deve molto alle capacità di Lake mentre la realizzazione e l'esecuzione strumentale sembrano accreditabili principalmente a Downes. Il risultato è un pop-rock pompato tendente all'AOR tecnologico con arrangiamenti molto "sintetici", peraltro tipici degli album pubblicati negli anni successivi dalle band madri dei due musicisti. La scaletta si divide con equilibrio tra brani più ritmati come "Money talks", "Street war" (apparsa in seguito su "In the hot seat" degli EL&P) e "Check it out", e altrettante ballate, tra cui "Affairs of the heart" pubblicata in una versione più acustica su "Black moon" degli EL&P e "Love under fire" apparsa invece su "Aqua" degli Asia in una versione non troppo rimaneggiata. Il disco è tutto sommato interessante, anche se certamente non indispensabile, e non lo definirei solamente un prodotto per completisti. La sua ragione d'essere si basa sul fatto che rappresenta egregiamente un periodo musicale dei due musicisti. Gli arrangiamenti ora appaiono paradossalmente datati, come una sorta di modernariato musicale basato su atmosfere digitali fuori moda, ma la maggior parte delle canzoni sono di discreta fattura. I fan di Greg Lake lo troveranno apprezzabile, dato che la sua voce è in splendida forma, e altrettanto si può dire degli estimatori degli Asia, che riconosceranno la mano di Geoff Downes nel caratterizzare i brani. Ho seri dubbi, invece, sui fan degli EL&P degli anni '90, sempre che esistano, ma non posso escluderlo a priori. In definitiva, considerate l'album come una bella curiosità discografica, è più che sufficiente.
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