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Non so per quale motivo ma l'elegante copertina nero e oro mi aveva fatto quasi pensare ad un gruppo tedesco, sfogliando il booklet scopro invece con mia grande sorpresa che i Believe non sono altro che la nuova band di Mirek Gil, il chitarrista dei polacchi Collage! Mirek si è circondato di un gruppo di cinque nuovi compagni di avventure (fra i quali spicca la presenza di una violinista giapponese) con diverse attitudini musicali, alla ricerca di uno stile nuovo che lo porti oltre le esperienze musicali con il vecchio gruppo. Nella voglia di realizzare uno stile moderno e dinamico, come Mirek tiene a precisare, non sembra comunque possibile per l'artista accantonare il bagaglio espressivo che ha reso abbastanza riconoscibile lo stile dei Collage. Il suono è sicuramente più essenziale ed energico ma rimane fondamentale l'aspetto melodico e romantico: molto presenti sono le parti di chitarra mentre l'apporto tastieristico è nettamente ridotto e spesso non va oltre a qualche elegante tratteggio di sottofondo o a qualche nota di piano. Lo stesso violino già citato lo si deve cercare con il lanternino. Il risultato porta verso sonorità più essenziali e squadrate anche se dotate di un'atmosfera malinconica e languida che in qualche maniera ci fa ripensare a certi mood di "Moonshine", soprattutto per quanto riguarda, neanche a farlo apposta, le parti di chitarra che spesso si lancia in assoli lunghi ma sicuramente centrati sul feeling più che sulla tecnica. La voce di Tomek Różycki è sicuramente più ruvida rispetto a quella di Amirian ma si presenta ugualmente piacevole ed adatta ad interpretare questo tipo di musica. Su tutte spicca per lunghezza (12 minuti circa) e anche per una maggiore complessità degli arrangiamenti, la title track, proposta proprio in chiusura. Si tratta comunque di un livello di complessità che si staglia appena al di sopra rispetto allo standard dell'album, modellato su ritmiche lineari e partiture complessivamente leggere e ben assimilabili. Insomma, per farla breve, il nostro Mirek ci offre un album di new prog romantico che rinuncia alle orchestrazioni più sfarzose in favore di uno stile più essenziale ed immediato. Non voglio dire che si tratti proprio di canzoncine, anche se il disco scorre via veloce dall'inizio alla fine senza grossi scossoni, sia in senso negativo che positivo.
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