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Secondo album per il gruppo di Mirek Gil, meglio conosciuto come chitarrista di Collage e Satellite (ma solo nel primo album). Mirek ci dimostra che questo è qualcosa di più di un semplice progetto estemporaneo, ma qualcosa in cui crede e con cui cerca di arrivare ad uno stile ben preciso, ad un'identità ben definita. Le idee che erano appena abbozzate nel primo album qui sono meglio sviluppate, con risultati più convincenti, e l'obiettivo del gruppo rimane senza dubbio quello di creare un tipo di prog dall'approccio profondamente melodico ma dai suoni taglienti, con l'aggiunta di qualche fragranza, come può essere il violino di Satomi, le timide pennellate tastieristiche di Adam Miłosz, o la chitarra acustica di Tomek Różycki, che poi sarebbe anche il cantante, con la sua voce non dissimile nel timbro e nello stile rispetto a quella di Amirian. Il legame con i Collage è forte, forse anche per la concomitante presenza in formazione del bassista Przemas Zawadzi, anch'egli proveniente da quel gruppo, e alcune sequenze musicali sembrano quasi costruite ad immagine della vecchia band, della quale viene ricuperato l'impianto melodico, depurato comunque di tutte quelle spinte sinfoniche offerte dalle tastiere. Le tastiere qui si dimostrano come un accessorio di lusso, da tenere in serbo per le occasioni speciali, o al massimo le troviamo schiacciate sullo sfondo, come una sbiadita carta da parati. Per fortuna l'uso del violino è più estensivo che nel precedente CD, cosa che va sicuramente a vantaggio della resa globale degli arrangiamenti. Un bell'esempio è rappresentato dalla traccia di apertura, "Time", in cui tutti gli strumenti sono miscelati senza che vi sia la prevalenza netta di uno rispetto all'altro. Si tratta di una canzone dai lineamenti semplici ma al contempo molto elegante. La seconda traccia, "Tumor" si presenta insolitamente inquietante (con un titolo così…), con un cantato tormentato, la chitarra distorta ed impressioni generali che possono portarci, almeno in parte, ai connazionali Riverside; rimane comunque un episodio abbastanza isolato, e anche nell'ambito della stessa canzone, il gruppo non può fare a meno di tornare, anche se temporaneamente, a quei territori romantici che gli sono più congeniali. Una traccia come "You and Me", per chitarra acustica, piano e voce, con tastiere quasi impercettibili, si fa apprezzare invece per la sua linearità e grazia. In linea generale l'album rimane abbastanza omogeneo e viene difficile preferire una traccia rispetto all'altra. Non vi sono dei bassi paurosi ma neanche delle vette memorabili per questo album piacevole, potenzialmente interessante per i fan dei Collage, che forse però sfigura un po' rispetto alla bella prova dei connazionali Quidam uscita qualche mese prima e alla quale non posso fare a meno di paragonarlo. Come nota conclusiva si segnala che la versione in digipack di questo album è corredata da 3 bonus-track.
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