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MAURIZIO DI TOLLO |
L'uomo trasparente |
AMS |
2012 |
ITA |
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In punta di piedi… per non disturbare… per non fare rumore… ma, senza gridare, si può comunque colpire nel segno. Conosciamo Maurizio Di Tollo come valente batterista (non solo in ambito prog) ed anche come autore, ad esempio nell’ultimo “Petali di fuoco” de “La Maschera di Cera” (suo il gioiellino “Agli uomini che sanno già volare”), ma non ci aspettavamo proprio un album solista. Un lavoro ,“L’uomo trasparente”, di diffusa malinconia e di straordinario impatto lirico in cui l’assoluto protagonista è l’artista abruzzese (ma genovese d’adozione) anche se importante è il contributo dei “soliti noti” del “giro prog” ligure. L’impressione sin dai primi ascolti è che l’album sia l’emanazione musicale dell’uomo Di Tollo che si mette a nudo dispensando emozioni a getto continuo. Grande attenzione, quasi cantautoriale, è riservata ai testi (alcuni davvero toccanti), ma non per questo sono meno raffinate le soluzioni strumentali. Il legame con il progressive “tradizionale” è tangibile, quanto sfumato, ed affiora qua e là nelle composizioni (un breve “solo” di tastiere o di chitarra, qualche nota di flauto…) ed in generale negli arrangiamenti molto eleganti e raffinati. L’ultima esperienza con “La Maschera di Cera” si manifesta in “Tannhauser” (dal bel refrain orecchiabile), complice anche la voce di Corvaglia, ma è un attimo. L’ipnotica “Pioggia sulla memoria” è solo uno dei tanti risvolti luminosi dell’album. Affiora il Fossati filtrato dalla sensibilità dell’autore nelle splendide “La curva dei pitosfori” e “I topi saranno i vincitori”. I rarefatti bagliori di “Io sono quel cespuglio”, le amare riflessioni di “Casomai” e di “Milioni di occhi al cielo”, la passionalità di “La poesia della carne” rappresentano solo alcuni dei passi del lungo cammino intrapreso dall’”uomo trasparente”, ora visibile più che mai.
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Valentino Butti
Collegamenti
ad altre recensioni |
LA MASCHERA DI CERA |
LuxAde |
2006 |
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