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Non sono mai stato un grosso estimatore dei Threshold, la risposta inglese ai Dream Theater... eh... ce ne corre...! Trovavo priva di anima la loro musica e ben più vicina al metal puro che al Progressive metal. Con questo loro terzo album in studio alcune cose sono cambiate: innanzi tutto c'è da notare il graditissimo ritorno di Damian Wilson al suo primitivo ruolo di vocalist di questa band... e già si va bene! In secondo luogo la musica proposta su quest'album fa registrare una virata verso sonorità un attimo meno metalliche, in favore di ritmiche un po' più compassate, con un maggiore utilizzo delle tastiere ed atmosfere più melodiche, forse più americaneggianti. Si parla ancora di heavy metal, questo è sicuro, e ancora i maestri sono lontani, ma i Threshold hanno oramai una loro distinta personalità, bella o brutta che sia, quindi sono in grado di camminare sulle proprie gambe. Quel ch'è certo è che adesso è meno problematico riuscire ad apprezzare la loro musica per il lettore medio di Arlequins; non che questo ce abbia fatti inserire tra i nostri gruppi preferiti, ma per lo meno l'ascolto del loro CD ha rappresentato un'ora spesa piacevolmente, per il sottoscritto.
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