|
Ma guarda un po'… e pensare che Clive Nolan, al momento del suo ingresso nei Pendragon, non conosceva granché di prog, né apprezzava il poco che conosceva. Gradualmente ne sta diventando un esponente di prim'ordine, dopo l'apprendistato (piuttosto passivo) nel suo gruppo, poi i primi passi da solo (Strangers On A Train, l'album solo di Tracy Hitchings, "Conflicts"…) via via più convincenti, fino a quest'ultimo album realizzato in coppia col fido Karl Groom, già con lui ai tempi di The Cast, complice ancora l'etichetta olandese SI Music.
L'album si presenta in una veste di buon gusto, anche se non appariscente, registrazione professionale e durata che sfiora i 60 minuti. Il buon Clive cura tutte le parti vocali questa volta e, benché non se la cavi male, non è che sia la fine del mondo, anche se, come scrittore di testi, i primi due pezzi sono secondo me i migliori del lotto: "The whistleblower" è molto potente e mette in evidenza la chitarra di Karl, dall'inedito stile floating; "Jigsaw" è una canzone di 11 minuti ed ha non poche reminiscenze marillioniane e floydiane (periodo "The wall"). La successiva "Scared of the dark" più che al prog si rifà ai Mission, mentre "Painting by numbers" mi ricorda gli Asia. Beh, fin qui è un bel miscuglio di somiglianze, vero? In generale, comunque, aspettatevi un mix di tutti i nomi sopra ricordati ed avrete un quadro soddisfacente della musica degli Shadowland; nulla di particolarmente originale né scevro da qualche ingenuità compositiva (leggi: ripetitività ed un certo manierismo), ma il CD, come risultato finale, vale l'ascolto, se amate il genere new-Prog. D'altra parte le referenze sono niente male; dimenticavo gli altri due componenti che sono Ian Salmon (basso) e Nick Harradence (batteria). Menzione finale per il pezzo strumentale "The Kruhulik syndrome", che si distacca dal resto per l'atmosfera più classicheggiante che ricorda un po' i tedeschi Amenophis nella loro forma migliore, con telle parti di tastiera tipo rapsodia.
|