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A volte è inevitabile partire con certi pregiudizi nei confronti di alcune uscite discografiche. Senza entrare nel merito dell'ormai datata diatriba tra sostenitori e detrattori (sembra non sia possibile trovare una via di mezzo) degli Spock's Beard, la pantomima che si era creata negli ultimi tempi rischiava davvero di far venir meno qualsiasi discussione musicale su questo gruppo troppo spesso idolatrato da certa critica eccessivamente compiacente e troppo spesso sbeffeggiato fino all'esagerazione da non pochi appassionati, stanchi di vedere spacciate per capolavori le furbizie della band. Ricapitolando, dopo il pessimo, prolisso e tronfio "Snow", ci sono stati dapprima l'abbandono di Neal Morse, leader incontrastato della band, per motivi religiosi (sic!) e poi la comunicazione che il ruolo di cantante sarebbe stato assunto da Nick D'Virgilio, guarda caso, batterista… Ma, per i più "distratti", è doveroso ricordare che gli Spock's Beard non sono i Genesis, che "Snow" non è "The lamb" e che chi, come il sottoscritto, considera le "barbe" un mezzo bluff non poteva certo aspettarsi un "A trick of the tail" dal nuovo album. E "Feel euphoria" non poteva iniziare in modo peggiore: "Onomatopeia" è un brano tirato, ai limiti di uno scolastico hard rock, con parte centrale più tranquilla e rilassata, ma che dice davvero poco. L'unica nota positiva è che in quest'avvio possiamo constatare che D'Virgilio non ha una brutta voce… Eppure, sorprende, nel prosieguo del cd, tra banalissime tentazioni pop, AOR e persino elettroniche, la possibilità di ascoltare alcune composizioni di buona qualità, come "The bottom line", "East of Eden, West of Memphis" e alcune delle tracce che vanno a comporre la suite "A guy named Sid", nelle quali si possono rinvenire le più classiche influenze del rock sinfonico e qualche indovinato virtuosismo. E' comunque poco per dare un giudizio completamente positivo per un gruppo che, a dispetto di alcuni album validissimi, resta tutt'oggi molto sopravvalutato. Non fatevi ingannare dagli orpelli con cui gli Spock's Beard vengono spesso presentati; le realtà da supportare sono ben altre: è sufficiente anche solo ricordare alcuni degli ottimi album usciti quest'anno (Taal, Floating State, Groovector, Machine and the Synergetic Nuts, KBB, Maschera di Cera, Las Orejas y la Lengua, Volapuk, ecc.) per rendersene conto.
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