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Questo era un album molto atteso negli ambienti del Progressive, da quando Greg Walker, proprietario della Syn-Phonic e vero grande appassionato, aveva definito il gruppo come il migliore nato negli USA da 20 anni a questa parte. C'è chi dice che non bisogna chiedere all'oste se il vino è buono, ma l'eccessiva aspettativa creatasi da questa affermazione ha fatto sì che forse qualcuno si aspettasse di più dagli SPOCK'S BEARD: forse l'oste in questione avrà esagerato, ma comunque non di molto...!
Gli SB si presentano con un rock che, da una parte, s'inquadra alla perfezione nel Progressive più classico e sinfonico possibile: lunghi brani in forma dì suite, Mellotron, velati (e non) riferimenti a Gentle Giant, Yes, Genesis e chi più ne ha più ne metta. D'altra parte, tra le pieghe di questo CD, troviamo brevi stacchi alla Beatles, musica latina, jazz, funky... il tutto a formare una miscela esplosiva che, dimenticate le esagerate aspettative di cui accennavo all'inizio, metterà sicuramente in subbuglio coloro che, al momento dì leggere queste righe, non hanno ancora avuto la possibilità di procurarsi quest'album.
Il CD contiene 4 pezzi, 3 dei quali superano i 12 minuti. La tìtle-track iniziale potrebbe causarvi attacchi di cuore, se non l'affrontate preparati al peggio... pardon, al meglio: i 15 minuti di questa variopinta composizione sono da ascoltare e godere dal primo all'ultimo. Differenziandosi un po' della maggior parte dei gruppi americani, passati e presenti, gli SB hanno una concezione più europea della suite, composta non in forma di casino organizzato, bensì con un (quasi) definito filo musicale lineare e schematico; si possono altresì individuare a stento contaminazioni pomp, cosi tipiche nelle produzioni a stelle e strisce. Sì può fare un appunto a questo disco? Non certo sulla tecnica dei musicisti, né sulla registrazione e produzione; casomai sulla terza traccia, i 23 minuti di "The water", effettivamente un po' tirata per le lunghe, ma tutto sommato... chi ha fretta? Insomma avrete capito che l'album è di quelli da serie A; e c'è perfino stato qualcuno che, pochi anni fa, ha affermato che gli americani stanno al Prog come il cavolo alla merenda...! E bravo il nostro Greg Walker...!
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