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...E siamo al terzo lavoro, avreste mai detto? Il tempo vola davvero e il nuovo CD dei LANDMARQ non è poi niente male. La band esce con questo "The vision pit" alla fine di un anno non particolarmente esaltante dal punto di vista del livello qualitativo medio dei prodotti. Questo lavoro funziona e, a supporto di questa teoria, stanno tre ragioni. Prima di tutto la produzione è stata affidata a Clive Nolan, il quale ora ha davvero una ragguardevole perizia (specialmente dopo l'esperienza Arena). In secondo luogo su "The vision pit" c'è di nuovo Damian Wilson che, a mio avviso, rimane uno dei migliori cantanti del mondo progressive (non a caso doveva essere il nuovo singer degli Iron Maiden). Queste due cose potrebbero essere sufficienti? Non è tutto...: il lato musicale non delude affatto, fin dall'opener "Cutting room". Il suono imperante è quello alla Marillion per intenderci, con aperture melodiche interessanti, soprattutto nelle due mini-suite "Narovlya" e "Infinity parade", la title-track dell'album precedente, com'è ormai abitudine per il gruppo) e con energia e scattanti cambi di tempo, come in "All performers stand alone". Rispetto ai due precedenti lavori i LANDMARQ hanno davvero fatto un gran passo in avanti, grazie appunto ad una maggiore professionalità, più che originalità. Oggi il gruppo, assieme ad Arena e Galahad, potrebbe insidiare la leadership di bands come IQ e Pendragon, soprattutto vista la maggiore freschezza e voglia di fare. Se avete apprezzato i due lavori precedenti, quindi, andate sul sicuro comprando "The vision pit"; altrimenti, provate ad ascoltarlo... potrebbe conquistarvi.
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