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I Magenta fecero la loro prima apparizione sulle scene del progressive nel 2001, con il doppio cd “Revolutions”, ma inizialmente non furono in molti ad accorgersi di loro. Eppure, col passare degli anni hanno saputo promuoversi bene ed hanno riscosso un successo via via sempre maggiore, pubblicando diversi altri album di rock sinfonico di qualità e conquistando un numero in costante incremento di fan. Oggi toccano una nuova interessantissima tappa della loro carriera pubblicando, in una confezione contenente due cd e un DVD, “Live at Real World”, testimonianza di un loro concerto acustico tenuto nei famosi studi di Peter Gabriel il 21 novembre 2009 davanti ad una sessantina di fortunati spettatori. Solitamente quando si prova a “costringere” il sound di una band di rock sinfonico in una dimensione più acustica e intimista si finisce sempre col perdere qualcosa. I Magenta invece si presentano in grandissimo spolvero e offrono una performance straordinaria ed un repertorio che coinvolge completamente dal primo all’ultimo brano. Forte di una presenza scenica come quella della cantante Christina Booth, affascinante, ma dotata anche di ottime doti vocali e di grande carisma, la band suona per un’ora e mezza e con gli arrangiamenti dei brani in chiave acustica mostra una volta di più la propria caratura. Christina è seduta su uno sgabello, a piedi nudi e intorno a lei ci sono Robert Reed al pianoforte, Chris Fry e Martin Rosser alle chitarre, Dan Fry al basso e Kieran Bailey alla batteria. La coesione tra i musicisti è perfetta, il feeling è totale, i suoni pulitissimi e aggiungiamoci che ad accompagnare il gruppo ci sono anche cinque ragazze armate di archi e di oboe che contribuiscono ad incrementare le caratteristiche classicheggianti della musica. Vengono eseguiti estratti di alcune delle loro composizioni più progressive, come “Children of the Sun” , “Metamorphosis” e “Lemminkainen’s lament” ed anche brani più diretti, che in un’occasione come questa, dove inevitabilmente l’aspetto melodico assume un ruolo di primo piano, guadagnano estrema raffinatezza. Il lato pop offerto da “Speechless”, “King of the skies”, “Hate you” (quest’ultima tratta dall’album solista di Christina) non fa scadere nel banale la proposta della band, anzi, fa emergere ulteriormente la bravura dei Magenta, capaci di proporsi con buonissimi risultati anche in questo modo. Tra gli altri momenti più belli e riusciti, segnaliamo la malinconica “Anger”, vera perla di delicatezza, “Blind faith”, uno dei rari episodi in cui il basso viene elettrificato e il sound si fa più pomposo e dinamico, “Moving on” e le sue variazioni, “Demons” e il suo incedere solenne stemperato dalla voce incantevole di Christina, il crescendo di “The ballad of Samuel Layne”. Forse esagero, ma questo è il miglior lavoro dei Magenta!
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