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Chiariamo subito che non si tratta di una ristampa. Tra luglio e agosto del 2012, infatti, Rick Wakeman ha inciso nuovamente, con tanto di orchestra e coro, la sua celebre opera uscita originariamente nel 1974. All’epoca, il disco “Journey to the centre of the Earth” nacque da una registrazione dal vivo, visto che i costi per gli studi, per un’operazione così ambiziosa erano proibitivi. Nonostante un enorme e inaspettato successo di vendite, l’album è stato (ed è tutt’oggi) spesso massacrato dalla critica e da certi cultori che pensano che il prog sia pian piano caduto nel dimenticatoio proprio a causa della grandeur che caratterizzava lavori di questo tipo. Sarà che si è pensato solo a vedere certi aspetti kitsch della musica e delle mastodontiche riproposizioni live, culminate nella celebre esibizione al Crystal Palace, con una scenografia che vedeva anche mostri giganteschi di gomma che galleggiavano nel lago… Fatto sta che aggettivi come “pretenziosa”, “ridondante”, “tronfia” si sono sprecati per descrivere la musica di “Journey to the centre of the Earth”, che molti additano come uno degli esempi più classici di come non dovrebbe essere un album di prog-rock. Eppure se si va oltre certi aspetti pittoreschi e si pensa maggiormente ad analizzare l’album bisogna dire che non è che abbia poi tutti questi difetti. L’alternanza e l’unione di orchestra, coro e gruppo rock appaiono ben bilanciate e il sound altisonante che ne scaturisce è una vera e propria manna dal cielo per chi ama le commistioni tra rock e musica classica. La trasposizione in musica del famoso romanzo di Verne, ovviamente amatissimo da Wakeman, ha mantenuto un fascino incredibile e ancora oggi fa capire le straordinarie doti compositive ed esecutive dell’artista. Ma perché questa nuova versione? Be’, semplicemente per dare finalmente completezza all’opera, con un sound pulito e limpido come non mai, che fa risaltare al meglio le timbriche e con l’aggiunta di oltre quindici minuti di musica completamente inedita, rimasta chissà dove per quasi quarant’anni. Sì, perché originariamente “Journey to the centre of the Earth” doveva durare oltre cinquanta minuti, ma le restrizioni tecniche dell’epoca fecero sì che Wakeman tagliasse alcune parti. Sfortunatamente le partiture originarie andarono perse e solo di recente sono state misteriosamente ritrovate. Altra curiosità: mentre la suite nel 1974 era suddivisa in quattro parti, stavolta troviamo ben ventisette tracce che scorrono senza soluzione di continuità. Insomma, le condizioni hanno fatto sì che si creasse una ghiottissima occasione per puntare su una nuova registrazione. Ovviamente le cose dovevano essere fatte per bene e anche la confezione, denominata “fanpack”, è degna di nota. In una busta cartonata, troviamo infatti uno speciale della rivista “Classic Rock”, con un magazine di 130 pagine dedicato a Wakeman, una replica del tour programme del 1974 e il cd, inserito in un elegantissimo digipack, con libretto interno contenente presentazione dell’autore, i testi della narrazione e i credits. La musica? Segue per filo e per segno le partiture originali, dalla pomposa e spettacolare overture al monumentale finale preceduto dalla rilettura di “Nell’antro del re della montagna” di Grieg, passando per le sempre bellissime parti corali e per i solos divenuti storici del tastierista. Le sezioni inedite si incastonano alla perfezione all’interno dell’opera che già conoscevamo, anche da un punto di vista qualitativo, sia per quanto riguarda i momenti cantati che gli strumentali. La pulizia del suono, inoltre, riesce a rendere più vivi ed esaltanti tutti gli strumenti e fa cogliere particolari precedentemente non così evidenti.
E’ Rick Wakeman signori. Alle prese, nuovamente, con la sua opera più ambiziosa e pomposa. Prendere o lasciare! Se proprio devo dare qualche suggerimento non ho alcun dubbio, specie rivolgendomi ad una cerchia di ascoltatori abbastanza precisa… Avete amato e amate ancora “Journey to the centre of the Earth”? Non esitate ad acquistare anche questa nuova versione, non vi deluderà minimamente! Vi piacciono gli incontri tra classica e prog, magari corredati da un’orchestra e non avete mai ascoltato il disco in questione? Per voi doppia spesa!
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