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Dagli abissi del tempo Mike Holmes e Martin Orford ripescano i Lens, band seminale formata nel 1976 dalle cui ceneri sarebbero nati, 5 anni dopo, gli IQ. I Lens hanno lasciato il mondo musicale dopo aver realizzato un solo demo-tape ("No TV tonite" 1980) ma di questo nastro solo un paio di brani sono stati ripescati, avendo preferito attingere dal repertorio che il gruppo deve aver accumulato nei suoi pochi anni di vita. Le canzoni sono state ovviamente tutte reincise di recente dai due sopra citati, con l'ausilio dell'altro IQ Paul Cook alla batteria e di Tony Wright (che ha partecipato anche lui agli ultimi album degli IQ) al sax. Le 9 composizioni sono tutte strumentali, tranne una che vede la prestazione vocale di Orford, come nel gruppo originale; Peter Nicholls in effetti faceva parte dei Lens ma il suo ruolo era più che altro quello dell'intrattenitore del pubblico tra un brano e l'altro durante i concerti (!). La maggior parte dei brani ha un sound a metà tra il sinfonico e lo space, con solo qualche puntata in territori un po' più leggeri e ritmati; ad ogni modo si tratta di ciò che si potrebbe definire il seme di ciò che sarebbe stato il sound degli IQ, riveduto e corretto ("Choosing a farmer" è la prima versione di "Widow's peak" in pratica). Chi ha ascoltato il demo-tape del gruppo si sarà reso conto che non mancavano comunque canzoni vere e proprie, alcune delle quali verranno riutilizzate con la nuova sigla, ma per questo CD si è scelto di dare un'impronta piuttosto unitaria: una scelta che trovo tutto sommato apprezzabile. L'album è apprezzabile: sicuramente indispensabile per i fans degli IQ, ma interessante anche per chi di Nicholls e soci può fare tranquillamente a meno.
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