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Il commento ad hoc potrebbe essere l'oramai popolarissimo tormentone "non ci posso crede'...!": alla fine, dopo che è stato dato per imminente un mese sì e uno no da due anni a questa parte, esce questo famoso cofanetto contenente un video e un doppio CD dal vivo, tratti dal concerto di Kleve del 12/6/93. La confezione contiene anche un libretto fotografico, con un breve racconto di qualche retroscena del concerto stesso. Tutto quanto è racchiuso in una scatola di cartone nero di 30cm di lato e costa, se siete fortunati, un centinaio di cocuzze. Ecco, la libidine dell'attesa che finalmente arriva al termine si stempera di colpo di fronte a quest'ultimo pezzo del mosaico; fate un po' i vostri conti, pensate a quanti altri CD vi comprereste con quella cifra, e decidete di conseguenza.
Detto questo (mi sembrava doveroso), passiamo ad analizzare il prodotto, ovvero il primo live ufficialmente riconosciuto degli IQ ("Living proof ' fu realizzato senza il loro consenso). Va detto innanzi tutto che la visione e l'ascolto del video mostrano numerose situazioni che possono essere appena avvertite nei CD in studio o anche a caldo durante un concerto. Parlo della grande gestualità di Peter (un po' contratto in questo caso, a dire il vero... forse la tensione della registrazione), ma anche della scarsa tenuta della sua voce, evidenziata come la nudità del re della nota favoletta. Parlo anche della legnosità e monotonia del drumming di Paul Cook, della tecnica di John Jowitt (non a caso sta avviandosi a battere il record di appartenenza a gruppi Prog detenuto da Clive Nolan), dell'aurea mediocrità, condita da sprazzi di genio, di Holmes ed Orford (si avvertono molti suoni strani uscire dai suoi campionatori... quasi inudibili altrimenti). Tutto quanto va a formare comunque un totale maggiore della somma dei singoli: IQ. Il tutto ci viene mostrato al meglio grazie ad un impianto di ripresa delle grandi occasioni; essendo stato presente al concerto, ricordo un grande apparato di telecamere, rotaie, aggeggi volanti e un gran dispiegamento di personale. Da questo si può in parte comprendere il perché del prezzo elevato del cofanetto. Il concerto in definitiva non può essere di certo annoverato come il migliore degli IQ, sicuramente autolimitatisi nell'andar fuori dalle righe a causa dell'importanza dell'occasione. Restano i brividi nel rivedere la performance di "The enemy smacks", la rivalutazione di un brano come "Leap of faith", che colpisce stranamente più dal vivo che su album, la strana, grintosissima, interpretazione della parte finale di "Last human gateway"... la consapevolezza di veder finalmente colmata una lacuna nella produzione di uno dei pochi gruppi degli '80s ad aver fatto storia.
Concludo dicendovi che sui CD c'è un brano in più ("No love lost") e che manca l'ultimo bis che il gruppo offrì al pubblico (mi ricordo di una vecchietta... !... chiederlo in ginocchio), ovvero una versione semi-acustica di "Magic roundabout".
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