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Non si tratta di un CD dal doppio titolo, ma di due CD diversi, i quali portano i CAST a tre CD pubblicati in meno di un anno! A dire il vero, la ragione di tale prolificità per il gruppo messicano non va ricercata in una botta di creatività improvvisa. Il fatto è che i CAST, esistendo ormai da 15 anni, erano arrivati ad avere 160 canzoni nel loro repertorio, senza aver registrato alcunché. Lo scorso anno hanno infine deciso di dare alle proprie composizioni una forma tangibile, ed ecco che in pochi mesi sono usciti questi tre album. Nei prossimi mesi assisteremo probabilmente ad ulteriori uscite.
Venendo specificatamente ai due CD qui in oggetto, vengono confermate le tendenze del precedente "Landing in a serious mind", ovvero un Prog di matrice anglosassone, ben poco latino a dir la verità, caratterizzato da buone parti strumentali ed in possesso di valide qualità melodiche. "Sounds of imagination" presenta un Prog più di matrice '80s, non nascondendo un lieve spostamento verso soluzioni tipicamente new Prog inglese (le ben note progressioni tastieristiche), tanto da avvicinarsi ad un sound Marillion-style. Il CD forse rappresenta però un leggero passo indietro rispetto al precedente, non tanto per le similitudini sopra accennate, quanto per le composizioni in esso presentate. A fronte di alcuni validi pezzi ("Witness", "Chance will stay", "A run in the rain"), sono presenti altri brani di cui non possiamo apprezzare grandi spunti qualitativi, facendo sì che essi si confondano un po' nella memoria di chi ascolta, non aiutati da una registrazione non impeccabile. Duole dirlo, ma anche il ruolo di Francisco Hernandez alla voce (nella line-up attuale si occupa solo delle parti di chitarra, lasciando il cantato a Dino Brassea, che abbiamo già potuto apprezzare sui pezzi di "Landing...") non ha giovato alla riuscita, ed i momenti migliori risiedono nei passaggi strumentali (grande il finale dell'ultimo dei pezzi sopra menzionati). Non si può tuttavia parlare di involuzione per i CAST, in quanto i pezzi di quest'album, come quelli del precedente provengono da registrazioni effettuate durante un arco di tempo notevole.
Quest'ultimo discorso è vero anche per "Third call", tuttavia dobbiamo registrare il fatto che con questo CD il gruppo riprende nettamente quota. Già coi primi pezzi ascoltiamo di nuovo qualcosa ancorato al new Prog inglese, ma sicuramente più personale e di certo musicalmente più interessante. Diversa è la provenienza temporale dei brani, così come diversa è la formazione che li ha registrati; ecco che quindi sulla metà delle composizioni appare discretamente il flauto di Dino Brassea, che canta anche su un brano (molto bello, peraltro). E' difficile qui estrapolare uno o due pezzi migliori degli altri, in quanto si può parlare di un buon livello medio per tutte le 8 composizioni, senza che nessuna spicchi sulle altre, tranne "Door of the world", ma giusto per i suoi 15 minuti di durata. In conclusione, ricapitoliamo: temporalmente il primo album dovrebbe essere "Sounds of imagination", proveniente quasi tutto da registrazioni di metà anni '80; segue poi "Third call", forse il migliore, metà registrato nel 1989 e metà ai giorni nostri, mentre il più recente è proprio il primo uscito, ovvero "Landing in a serious mind". Spero di non sbagliarmi in questa cronologia. Quel ch'è sicuro è che il gruppo di Mexicali può essere considerato tra le rivelazioni dell'ultimo album; non a tutti piacerà il loro genere di musica ed il modo in cui lo propongono, ma una chance i CAST se la meritano di certo.
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