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Un po’ sulla scia del successo della PFM e della sua fortunata tournée giapponese di qualche anno fa, un’altra storica band italiana decide di esibirsi nel Sol Levante, da sempre terra di appassionati del progressive della nostra penisola. “First live in Japan” è il documento che testimonia lo spettacolo tenutosi il 12 giugno 2005 al Club Città Kawasaki di Tokyo dagli Arti & Mestieri, gruppo che negli anni recenti è tornato alla ribalta con apprezzate prove sia discografiche, che nella dimensione live. Il cd ci dà un’idea di quanto deve essere stato esaltante per il pubblico giapponese assistere allo show in questione. Con una line-up di ben sette elementi, le cui redini sono tenute dai veterani Beppe Crovella (tastiere) e Furio Chirico (batteria), gli Arti & Mestieri presentano alcune perle pregiate del loro repertorio e lo fanno con la classe che da sempre li contraddistingue. Manca Venegoni, ma Marco Roagna lo sostituisce alla grande e i suoi infuocati assoli fanno il paio con quelli altrettanto incandescenti di Lautaro Acosta al violino. A completare la formazione, troviamo Roberto Cassetta al basso, Alfredo Ponissi al sassofono e la novità Iano Nicolò alla voce (neoacquisto proveniente dai Cantina Sociale). Impeccabili sotto tutti i punti di vista i musicisti interagiscono tra loro e fanno venir fuori il personale e brillante jazz-rock, ricco di spunti sinfonici, che da sempre li contraddistingue. Crovella rifinisce alla grande con le sue tastiere ed è pronto a lanciarsi anche in momenti di solismo raffinato, il virtuoso drumming di Chirico è quello che da sempre conosciamo e che da sempre lo fa considerare tra i maestri del suo strumento, ma si sente pienamente che sul palco danno tutti l’anima e tutti diventano indispensabili per creare la magia che viene emanata dalle note che ci giungono. Il cd è idealmente suddiviso in tre parti: le prime due sono dedicate ai due album storici della band, “Tilt” e “Giro di valzer per domani”, la terza prevede una serie di composizioni più recenti, che non sfigurano affatto nel repertorio proposto. Proprio questo tipo di sequenza può rappresentare la piccola pecca del lavoro: la scelta di terminare con i brani meno noti appare infatti discutibile, visto che, seppur di innegabile validità, non sono al livello dei “classici” e potrebbe quasi sembrare di ascoltare un finale in leggero calo. Ma si tratta di semplici formalità… In fin dei conti abbiamo una performance eccelsa, di altissimo livello, che lascia senza fiato; musicisti affiatatissimi e in forma strepitosa; tecnica, feeling, emozioni, esperienza, energia, professionalità… Per un’ora e un quarto di grandissimo prog-rock! Tutto ciò che potevate chiedere ad un album dal vivo degli Arti & Mestieri è in questo cd, che può essere visto come perfetto complementare al “Live 1974-2000” uscito alcuni anni fa.
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