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Un altro concept sul "Signore degli anelli"? Ebbene si, ma sgombriamo il campo d'ogni pregiudizio: il CD che il duo americano formato da Fred Schendel e Stephen De'arge (coadiuvati da molti altri musicisti) ci propongono, non è di quelli da sottovalutare. Il gruppo affronta le varie vicissitudini narrate dal ben noto romanzo con buona ispirazione, narrandole con una musica adatta per ogni situazione, facendo però predominare su tutti un Prog melodico contaminato un po' da tutti e da nessuno. Ci possiamo trovare GENTLE GIANT, EL&P, accenni di new Prog degli '80s, la melodicità dei CAMEL. Come in rutti i concept album, la grande varietà delle situazioni fa però sì che ci siano frequenti alti e bassi. L'inizio è alla grande: dopo quello che può definirsi una breve introduzione, partiamo con un bel pezzo potente, molto emersoniano, quale "Something's coming"; rimarrà il pezzo migliore per gran parte dell'album. La voce di un narratore c'introduce a "Song of the dunadan", sullo stesso stile, ma più cadenzata. Non c'è spazio per un'analisi brano per brano, anche se ci sarebbe bisogno di un commento per ognuno dei 16 titoli (per un totale di 70 minuti). Si possono estrapolare 2-3 altri episodi interessanti, quali "The ballad of Balin Longbeard", un pezzo di folk celtico scatenato, la delicata e melodica "The Palantir", l'esaltante "Morannon gate", che si conclude con l'acclamazione per il ritorno del re. Sì, sì... avete capito bene: il CD è di quelli su cui fare un pensierino. Si tratta di un capolavoro fantasy messo in musica, di una fusione di numerose correnti del Prog che non stanca mai l'ascoltatore con pesanti barocchismi, e, data la sua scarsa distribuzione, di una perla da cercare in fondo all'oceano.
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