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Quinto disco per i Glass Hammer, band attiva da diversi anni e di ormai buona esperienza e discreto seguito underground; questo "Chronometree" è strutturato in un unica lunga suite ("All in good time"), divisa in due parti a loro volta suddivise in diversi movimenti. La suddivisione è tuttavia solo formale, visto che in realtà ci troviamo di fronte ad un album di brani separati fra loro. La musica, per chi non conosce la band, si muove tra coordinate sinfoniche e magniloquenti con un keyboard-work molto emersoniano, soprattutto nell' utilizzo dello Hammond, e sonorità più attuali con un leggero occhio al prog metal, tenendo comunque presente che le tastiere la fanno da padrone. Sinceramente a me il disco non è piaciuto a causa di una scarsa freschezza di idee e l' utilizzo del virtuosismo come effetto pirotecnico atto a coprire le lacune compositive. Detto questo il disco è ben suonato e ben arrangiato e sicuramente non mancherà di piacere agli estimatori di certo prog-pomp molto sinfonico, tuttavia mi sento di sconsigliarne l'acquisto a tutti quelli che cercano dal progressive reali innovazioni e non compitini svolti, seppur egregiamente.
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