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Trattiamo adesso il 2° album di questo gruppo americano che ci aveva entusiasmato con l'esordio "Journey of the dunadan" di un paio d'anni fa. Mentre quell'album era in pratica una specie di trasposizione in musica del Signore degli Anelli di Tolkien, con una gran varietà di tematiche presenti, dal rock sinfonico a brani di puro folk, questo "Perelandra" è un album normale, più unitario nella sua proposta, ancorché diviso idealmente in tre come vedremo, e soprattutto frutto anche di un allargamento del gruppo, da semplice duo che era. I cervelli comunque sono sempre loro. Stephan DeArqe e Fred Schendel. Le influenze che appena avvertivamo su "Journey..." vengono qui fuori in modo prepotente: si può riassumere tutto facendo inizialmente un nome; Camel. Emulazione? No, non direi. Ascoltate il brano d'avvio "Time marches on" e ditemi se parlereste voi di emulazione o semplicemente di una splendida canzone di Prog sinfonico. Non mancano momenti diversi, come il divertissement classicheggiante "Felix the cat" o la quasi avanguardia di alcune momenti della seconda parte del CD. Questa divisione di cui parlavo è sancita da dei brevi intermezzi ("Now departing", "Now arriving" e "Enda the lion"), che dividono i brani più sinfonici e, diciamo, spensierati d'avvio da quelli più sperimentali. Questi ultimi non devono spaventare: si tratta per l'appunto di composizioni in cui il gruppo, non rinnegando il suo spirito più romantico, si concede a creare atmosfere, come dicevo, più sperimentali e complesse. La terza e ultima parte è composta da soli due titoli, dai connotati molto pink-floydiani, che chiudono in modo degno un CD d'ispirazione cristallina. I GLASS HAMMER sono un gruppo da cui non sappiamo in futuro cosa porremmo aspettarci...
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