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THE SOFT MACHINE LEGACY Steam Moonjune Records 2007 UK

Elton Dean, vera e propria icona dell’area canterburiana, da poco scomparso, lascia un vuoto incolmabile negli amici che hanno condiviso con lui tante pagine musicali importanti (alcune fondamentali nella storia del rock). La Macchina Morbida deve proseguire il suo percorso senza di lui e nella odierna versione denominata Soft Machine Legacy invita il bravissimo fiatista Theo Travis ad unirsi al cammino che stanno affrontando John Etheridge, Hugh Hopper e John Marshall. Il prezioso contributo di Travis si rivela assolutamente fondamentale in “Steam” e, anzi, quello che poteva inizialmente apparire come un ostacolo insormontabile sembra si sia tramutato in una nuova linfa vitale, in una forte opportunità di rilancio del gruppo, in un’occasione per creare ottime cose. “Footloose” apre le danze con quasi nove minuti di jazz-rock moderno, ispirato, credibile, fresco e rappresenta l’inizio di una serie di composizioni intriganti, tutte strumentali, tutte di ottima qualità. I musicisti sono affiatatissimi, mettono insieme la loro esperienza, il loro talento, la loro inventiva e giungono a risultati, chissà, forse insperati. Abbandonano quel manierismo in cui sembravano essersi ormai chiusi e tornano a osare e a divertirsi. In questo disco non troviamo solo jazz-rock, visto che la band stavolta prova a spingersi oltre, recuperando un certo piacere verso le improvvisazioni, il caos, le dissonanze e la cacofonia in tracce come “The big man”, “So english” e “Dave acto”. Addirittura, si riassaporano sensazioni tipiche della scuola di Canterbury di trenta e passa anni fa, con le evoluzioni di “The steamer” e della conclusiva “Anything to anywhere”. E’ un piacere notare come Travis si sia inserito alla grande, risultando autore di ben quattro dei dieci brani presenti (e coautore di altri tre). Un applauso a dei miti del progressive, un applauso a Theo, che con umiltà sostituisce una leggenda, senza cercare la mera imitazione e, anzi, dando un apporto importantissimo con temi freschi e interessanti, evidenziando un’interazione perfetta con i suoi compagni di avventura e mostrandosi abile sia in fase di scrittura che di esecuzione.

 

Peppe di Spirito

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