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WALRUS (SVE) Walrus Electricity 2013 SVE

Strana band questa dei Walrus, da non confondere né con l’omonima inglese degli anni Settanta né con quella più recente giapponese, a partire dal nome che, neanche questa volta, si associa alla provenienza del gruppo che lo ha adottato. Non ci sono trichechi in Svezia, a parte questi ovviamente di cui parliamo nella recensione. Diciamo subito che questo esordio discografico si trova solo su LP, per lo meno al momento in cui scriviamo, o al massimo in formato digitale, anche se il primo formato si addice meglio allo stile e alla gamma dei suoni prescelti. Chiarito questo svelerei che la line-up, che pure comprende musicisti con esperienze in altri gruppi, sfoggia un nome a noi ben conosciuto e cioè quello di Mattias Olsson, degli arci-noti Änglagård, doppiato alla batteria e alle percussioni dal giovane Henrik Olsson, i quali, dal vivo, pare si divertano a suonare lo stesso drum-kit da diverse angolazioni. Proprio l’aspetto percussivo è molto curato, non solo nella scelta dei ritmi ma anche nella selezione di timbri e percussioni, con uno stile molto energico e catartico in alcuni frangenti. A queste geometrie sommiamo pure dei vistosi elementi tastieristici oscuri e vintage, con Matti Bye che sfodera Mellotron, Hammond B3 e Wurlitzer ed il violoncellista Leo Svensson che contrattacca con un bel Mini-Moog. Per finire c’è il basso di Kristian Holmgren che riveste anche il ruolo di produttore.
L’album, appena trentatre minuti in totale suddivisi in quattro tracce, si ispira, nelle dichiarazioni del gruppo, al Kraut tedesco, anche se l’impressione globale ci riporta per molti aspetti inequivocabilmente alla Svezia. Il pezzo di apertura, “Tromsø III”, è una sbornia sonora dalle colorazioni space che ricorda in parte gli Ozric Tentacles ma con ombre oscure e sinistre che paiono quelle degli Anna Själv Tredje, entità spettrale che aleggia in modo diffuso fra i solchi di questo LP. Il pezzo si basa su sensazioni ripetitive e agghiaccianti e appare decisamente propulsivo con i suoi loop lisergici e una base ritmica sostenuta e arricchita da stuzzicanti effetti percussivi. Ma già con “Signals” tutto si rallenta, diventa nera ombra liquida che nutre visioni da incubo e si fa strada lentamente ma inesorabilmente. E’ il basso che ci prende per mano e ci guida e sono le tastiere a rendere il nostro viaggio spettrale con suggestioni che ricordano Morte Macabre o Anima Morte, se preferite, ma con un’eleganza vintage che in parte mi ricorda, soprattutto sul finale, quando si inserisce l’organo Hammond, Hansson & Karlsson.
“Spitsbergen” continua su scenari cupi e orrorifici, giocando su suoni vellutati e persino solleticanti e tastiere plumbee. Anche qui il brano cresce lentamente e si prende ben quattordici minuti per completare il suo corso. L’impatto è live e puzza di muffa di cantina e vengono utilizzati vari registri tastieristici che si insinuano in una maglia percussiva frastagliata. Il Mellotron sul finale riesce ad essere persino aggressivo portando all’esasperazione ogni emozione che prima covava nell’oscurità e ora non può che ribellarsi. “Static” in tre minuti chiude tutti i giochi, si apre e termina con un suono di elettricità statica e gioca su ritmi lenti, dissonanze lievi e il violoncello aggiunge una nota di colore struggente ad un paesaggio sonoro che non cessa di essere inquietante.
L’album è tutto qui, strisciante, istintivo e viscerale, fatto di emozioni ambigue e trame oscure. La produzione esalta oltretutto queste caratteristiche e la copertina buia è la perfetta cornice che completa il tutto. Si tratta di musica ben suonata ma questo non è il punto più importante che invece sembra rappresentato dalla capacità di saper tirare, senza spezzarli, certi fili legati all’inconscio di chi ascolta. Per questo l’impatto non è mai diretto e potente ed i giochi sono sempre sottili. Peccato soltanto che la durata sia così breve e la mancanza del CD limiti giocoforza la diffusione di questa bella opera che evidentemente non è destinata a tutti ma è in grado di regalare emozioni interessanti a chi lo merita.

PS dopo la pubblicazione della recensione l'etichetta ci ha informato che è stata realizzata anche la stampa in CD!


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Jessica Attene

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