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KAIPA Inget nytt under solen Decca 1976 (Musea 1993) SVE

Musea ha proprio deciso di farmi felice! A breve distanza dalla ristampa di LA ROSSA esce infatti una delle riedizioni che personalmente attendevo con maggior trepidazione, non avendo mai avuto occasione di ascoltare quella autentica rarità che era divenuto il secondo disco degli svedesi KAIPA. La mia attesa, devo dire, è stata sufficientemente ripagata da questo "Inget nytt under solen" ("Niente di nuovo sotto il sole") disco che è forse (notare il corsivo) la migliore tra le opere di questo storico gruppo svedese. Rispetto all'omonimo (del 75), mette infatti in mostra una minor linearità di svolgimento ed una maggiore inventiva, rendendo il tutto, per usare una sola parola, più originale. Avendo avuto già l'occasione di ascoltare il successivo "Solo" (1978) - altro buon disco, quando esce la ristampa compratela - posso inoltre anticiparvi che "Ingen nytt" è al suo confronto semplicemente più progressivo. I connotati essenziali della musica del gruppo non sono comunque rinnegati da questa seconda opera, che mantiene infatti numerosi punti di contatto con la prima a cominciare dai riferimenti a CAMEL e GENESIS. I KAIPA fanno però qui un grosso passo avanti nella maturazione di uno stile personale, e ciò è in particolare avvertibile nella lunga suite "Skenet bredrar" ("Non è quel che sembra"), 21 minuti nei quali la creatività del gruppo raggiunge probabilmente il suo livello più alto. Le maggiori similitudini col disco omonimo sono invece contenute nelle restanti composizioni, che evidenziano una maggiore linearità e talvolta anche qualche carenza dal lato vocale. Com'è tradizione per Musea, ben 6 composizioni extra sono contenute in questo CD, una miscellanea di esecuzioni live (la suddetta suite), nuove versioni (in inglese) ed inediti veri e propri, che sebbene assai interessanti non sono certo il piatto forte dell'opera. Non voglio spacciare questo disco come uno dei capolavori del rock progressivo, ma ritengo che chiunque sia veramente interessato a ripercorrere il cammino seguito da questa musica in tutte le sue locali manifestazioni non possa mancare l'ascolto di almeno uno dei primi tre dischi dei KAIPA.

 

Riccardo Maranghi

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