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DJAM KARET A night for Baku Cuneiform Records 2003 USA

Dodicesimo album per la grande band statunitense, introdotto da una affascinante copertina dark-fantasy piuttosto inquietante, perfetta iconografia per un lavoro ispirato ai Baku, spiriti del mondo dei sogni, divoratori di incubi con corpo leonino e testa di elefante che lottano con le persone incontrate nella dimensione onirica. Per una simile tematica, anche la musica si presenta piuttosto umbratile e spesso sognante, come i cinque minuti e mezzo di "Dream portal", floydiana e malinconica, con un'elegante chitarra romantica, ritmi pacati e sfondo tastieristico, che aprono alla grande il cd. Con gli oltre nove minuti di "Hungry ghost" entriamo in quei territori cui i Djam Karet ci hanno abituati, contraddistinti da una musica convulsa, in cui gli strumenti viaggiano a velocità abbastanza elevate intrecciandosi in continuazione e trasmettendo un sound aggressivo. Simili connotati li possiamo poi ritrovare in "Heads of Ni-Oh" e nella più breve "Sexy beast". "Chimera Moon", similmente alle prove recenti, mostra un altro degli aspetti che caratterizzano il gruppo: la commistione tra rock già ricco di contaminazioni, tecnologia ed elettronica, presentato in quest'occasione in maniera riuscita ed intrigante. "Scary circus" è introdotta anch'essa da sonorità elettroniche, ma queste ultime sfociano poi in un turbolento vortice crimsoniano, mentre in "The Falafel King", altra perla di fusione di generi, sorprende qualche rimando all'oriente. "Ukab Maerd" è la traccia in cui l'elettronica è preponderante, ma è anche il brano meno riuscito, lontano dall'ambient caratteristica dei Djam Karet e più confuso e sperimentale, nonostante mantenga intatto quell'alone oscuro che aleggia su questo disco. La conclusione è affidata a "The red thread", un sorprendente brano di dieci minuti e mezzo dalle ritmiche straordinariamente possenti e dalle chitarre disinvolte che alternano prepotenza, classe e ricercatezza. Un altro album di qualità va ad arricchire una discografia che comincia a farsi consistente per una delle band che più di ogni altra ha saputo seguire fino ad oggi un percorso personale e intelligente con standard di elevato livello.

 

Peppe Di Spirito

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