|
Il 2020 rappresentava per i RPWL un anno importante essendo il ventennale della pubblicazione del loro primo album “God has failed”. L’intenzione era di omaggiarlo con una serie di date dal vivo, in cui riproporlo integralmente. Le ben note cause di forza maggiore hanno costretto il gruppo ad annullare gli eventi in programma ma Lang e soci non si sono persi d’animo confezionando questo live in studio (pubblicato anche in vinile, blu-ray e DVD) presso la Luitpoldhalle di Freising, la loro città di provenienza. La versione vinilica sarà impreziosita dalle bonus track di “Cymbaline” e “Fat old Sun” dei Pink Floyd. La formazione originale, da cui deriva il nome RPWL, era composta da Philippe Rissetti (batteria), Chris Postl (basso), Kalle Wallner (chitarre ed ancora nel gruppo) e Yogi Lang (voce e tastiere, anche lui ancora presente in questo live). Il sound di “God has failed” risentiva delle sonorità floydiane (quelle più Gilmour-oriented) sulle quali la band si era fatta le ossa come valida cover band, ma ammiccando non poco anche ad un pop radio-friendly. Insomma, la band era ancora lontana dai buoni prodotti successivi come “World through my eyes” del 2005 o “Beyond man and time“ del 2012 ma, si sa, il primo “parto” non si scorda mai… Ecco quindi questo live in studio con Lang e Wallner, a cui si sono aggiunti da qualche anno Markus Jehle (tastiere) e Marc Turiaux (batteria) e, per l’occasione, Frank Thumbach al basso, Bine Heller e Caroline von Brϋnken alla voce. Ovviamente da un album piuttosto frammentario come era in origine, non possiamo aspettarci chissà quali balzi in avanti, malgrado qualche ritocco negli arrangiamenti. Rispettiamo la scelta della band, ma avremmo preferito, ad esempio, che le tre parti di “Hole in the sky” fossero riunite in un unico pezzo come nel live “Start the fire”. Si tratta proprio di un bel brano dalle spiccate “tentazioni” floydiane, con la chitarra “gilmouriana” di Wallner molto convincente ed ispirata. Altre buone cose si ascoltano con i nove minuti di “In your dreams” gradevole nella sua semplicità ritmica, nelle sue atmosfere dilatate, nel suo refrain e nel bel finale tirato. Buono il finale in crescendo di “It’s allright”, carina la ballad “Crazy lane” e pure la title track, mentre debolucce rimangono “Spring of freedom”, “Fool” ed anche “Farewell”. Insomma, lo avrete capito, un live che rispecchia, grosso modo, la qualità di quello in studio di 21 anni fa, con tre o quattro bei brani ed altri decisamente più modesti. In definitiva “Live & personal”, è da considerarsi prodotto soprattutto per i “die-hard fan” del gruppo… noi ci limitiamo ad aspettare un altro album di inediti.
|