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Il secondo album della band originatasi dai Violet District risulta essere un gradino superiore al suo predecessore. Quest'ultimo aveva come principali difetti una certa staticità nelle canzoni, nonché troppi sconfinamenti nel pop rock. Questo "Trying to kiss the Sun" corregge sicuramente il tiro in quest'ultimo senso, in quanto la musica che i RPWL (nome originato dalle iniziali dei musicisti, ricordo) ci propongono stavolta non sarà complessa ed avanguardistica, ma si mantiene comunque su un livello decisamente consono a una produzione Prog. In secondo luogo è stata risolta, pare, anche la questione stilistica: le 10 canzoni presentano un Prog di stampo floydiano, spesso giocate su 4/4, ma altresì ricche di variazioni, molto accessibili ma non commerciali. Proprio parlando delle influenze floydiane, queste si sono fatte decisamente invadenti, a dire il vero; purtroppo si può definire il vero elemento negativo dell'album, dovendo l'ascoltatore fare i conti quasi ad ogni brano col fantasma di "The division bell". E' sicuramente un elemento negativo sia per chi cerca nel Prog originalità (quasi) ad ogni costo, ma allora, già in partenza, quest'album non era per lui, sia per chi comunque rifugge le opere di clonazione. Se infine questo difetto per voi è veniale, potete provare questo CD che comunque è ben prodotto, ottimamente suonato e sufficientemente creativo.
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